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Cultura e società

Fuori dalla festa: Martone racconta Cannes meglio di Cannes stessa”
Fuori dalla festa: Martone racconta Cannes meglio di Cannes stessa”

di Carlo di Stanislao

Citazione:
“Il compito dell’artista è scuotere, turbare. L’arte vera non consola.”
— Elia Kazan

Con Fuori, Mario Martone non ha semplicemente presentato un film al Festival di Cannes 2025. Ha sfidato l’intero impianto di un evento che un tempo era laboratorio di futuro e oggi è sempre più vetrina del presente più vuoto. Il suo film arriva come un corpo estraneo, come un detenuto che si rifiuta di indossare la divisa che gli è stata assegnata. Ed è proprio questo rifiuto, questo restare “fuori” dai codici spettacolari e dalle aspettative dorate della Croisette, che lo rende necessario.

Fuori è tratto da L’università di Rebibbia di Goliarda Sapienza, un’opera già di per sé scomoda, borderline, mai completamente assorbita dal canone. Racconta l’esperienza carceraria dell’autrice in un’Italia in cui la detenzione femminile, la marginalità, il desiderio di identità e dignità si intrecciano in un tessuto emotivo ruvido e carnale. Valeria Golino dà corpo a una Goliarda frammentata, testarda, dolente, accompagnata da una Matilda De Angelis e un’inedita Elodie che incarnano altrettanti volti di un’umanità ignorata.

Martone dirige senza spettacolarizzare, senza estetizzare il dolore. La macchina da presa si muove come se chiedesse permesso, come se non volesse profanare. In questo modo, il carcere non è solo lo spazio della narrazione, ma diventa metafora della condizione femminile, della cultura marginalizzata, della stessa arte che cerca spazio nel rumore del marketing.

Ed è qui che il cortocircuito con Cannes diventa inevitabile. Perché Fuori viene presentato in un festival che ormai ha più fotografi che critici, più passerelle che pensiero, più outfit che opere. Cannes 2025 ha confermato, se ancora ce ne fosse bisogno, la sua trasformazione definitiva in evento glamour-globalizzato. I film che si parlano addosso, i premi che sembrano già scritti, le polemiche costruite ad arte per far rumore.

Nel mezzo di tutto questo, Fuori sembra quasi chiedere scusa per esistere. Ma non dovrebbe. È il film che Cannes avrebbe dovuto pretendere, non semplicemente accettare. Un film che non consola, non distrae, non compiace. Un film che rivendica lo statuto del cinema come spazio politico, critico, radicalmente umano.

Martone, che non è mai stato un regista accomodante, affonda qui un colpo forse definitivo: non tanto contro Cannes in sé, ma contro l’idea di cultura ridotta a cerimonia. Il suo è un cinema che vuole ancora servire a qualcosa, e che per questo rischia di restare fuori dalla porta principale del sistema.

Ma forse è proprio lì che bisogna stare oggi: fuori. Fuori dalle convenzioni, dalle narrazioni preconfezionate, dalle liturgie dell’intrattenimento. E Fuori, nel suo stesso titolo, contiene la dichiarazione d’intenti più radicale e onesta che il cinema italiano potesse fare in un momento storico in cui tutto sembra gridare per farsi vedere, ma nessuno più parla per farsi ascoltare.

Se Cannes vorrà essere davvero un festival e non solo una fiera, dovrà ricordarsi di film come questo. Altrimenti resterà solo ciò che già troppo spesso appare: una gigantesca sala d’attesa per influencer, in cui i film veri si vedono solo di sfuggita, come fantasmi. E i registi come Martone, che ancora credono che il cinema sia un gesto politico, continueranno ad arrivare, puntuali e fuori luogo, per ricordarcelo.

 

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Ambiente

Psicosomatica , un vocabolario diverso per interpretare la vita
Psicosomatica , un vocabolario diverso per interpretare la vita

di Brunello Pezza 

Diciamo anzitutto che la psicosomatica e’ una lettura dell’essere umano ( perché la Medicina non è altro che lo studio dell’uomo) che parte dal concetto che l’essere umano e’ un inscindibile insieme di componenti fisiche e psichiche e che quelle psichiche comprendono quelle consce ma (soprattutto) quelle inconsce. Queste ultime ne influenzano moltissimo la vita quotidiana.
Se provate a immaginare la conoscenza dell’essere umano come una montagna vi verrà facile immaginare come per salire sulla cima ci siano molti differenti percorsi che partendo da punti diversi delle pendici tentano di risalire fino alla cima. Solo dalla cima potrai renderti conto di quanti e quali percorsi vi erano e quali potevano essere più facili in alcuni tratti ed in altri più difficili di quelli che avete selezionato in base a condizionamenti sociali, culturali e personali. Ecco, la psicosomatica, senza sovrapporsi alla medicina allopatica occidentale, affronta il problema conoscenza dell’uomo partendo da un punto quasi diametralmente opposto. Ripeto: i due percorsi non si negano vicendevolmente ma (se conosciuti) possono completarsi. Esempio: immaginate l’uomo come un insieme di autista (l’inconscio) e di automobile (il corpo umano); l’automobile improvvisamente esce di strada e sbatte contro un albero. La nostra medicina occidentale studia le ruote, lo sterzo, la trasmissione del
comando e cerca di intervenire su questi elementi per evitare o correggere il danno, la medicina di emergenza poi interviene a danno fatto per limitarne gli effetti. La medicina psicosomatica invece comincia a studiare l’autista: era agitato? Vedeva bene? Aveva un buon controllo dei suoi movimenti e se non l’aveva perché accadeva ciò? Aveva manie o allucinazioni?
Come è evidente tutti e due gli approcci scopriranno cose vere
e tutti e due faranno cose utili per l’uomo, ma percorrono percorsi diversi per salire sulla
Montagna. Solo dalla sua cima potranno vedere che tutti i percorsi portavano allo stesso posto: la conoscenza dell’uomo.
Un secondo aspetto che non posso evitare di citare e’ lo “ strumento di lavoro”. La nostra medicina occidentale allopatica utilizza un sistema logico razionale consequenziale che si muove per causa ed effetti (Aristotele) ed elementi dimostrabili e ripetibili. Usa questo sistema che è quello abituale per noi occidentali anche se non è perfettamente applicabile all’uomo come invece è per la fisica, tanto è vero che un assioma tipico di chi non trova tutto consequenziale e’ “la
Medicina non è una scienza esatta” frase che sottintende che c’è altro. Altro che non è individuabile con il sistema aristotelico perché ha un diverso strumento di indagine, non puoi tradurre una versione di greco con un vocabolario di inglese …
L’altro strumento non è logico, e’ analogico, e’ il collegamento tra le cose da un punto di vista emotivo, simbolico, onirico. Come è possibile? Noi occidentali siamo talmente abituati al nostro sistema che semplicemente pensiamo che non ne esistano altri. Cancelliamo così con un tratto di penna tutte le altre forme di medicina e di conoscenza dell’uomo, in particolare quelle orientali che invece approcciano la salita della montagna da un’altra parte. Jung fa riferimento al linguaggio dell’inconscio come ad un linguaggio simbolico, cioè di elementi che non hanno tra loro un collegamento logico razionale ma simbolico appunto. E indica la presenza di alcuni elementi simbolici collettivi presenti universalmente in tutte le culture, e in tutte le coscienze (o meglio in tutti gli inconsci) che si rifanno quindi ad elementi comuni a tutti gli esseri umani. Questi elementi simbolici comuni a tutti vengono da Jung definiti “archetipi”
Cito:
L’inconscio collettivo è una parte dell’inconscio umano condivisa da tutti gli esseri umani, contenente archetipi universali. Il simbolismo, secondo Jung, è un’espressione di questi archetipi

Esempi tipici di archetipi sono: ciò che cambia, l’acqua, la luna, ciò che e’ cavo, ciò che contiene, tutti esempi dell’ elemento femminile.
L’elemento maschile invece è caratterizzato da ciò che è’ rigido, stabile, immutabile, resistente ma anche fragile (avete presente il diamante che è la pietra più dura ma anche quella più fragile ?)
Queste sono le indispensabili premesse per leggere da un punto di vista psicosomatico il mondo ed i suoi fenomeni.
Da questo partiremo per ragionare anche di contrasti tra femminile e maschile fino ad arrivare alla aberrazione dei femminicidi
Alla prossima!
Se volete…🙂

 

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