Recentemente, la trasmissione televisiva “Report” ha portato all’attenzione pubblica una serie di presunte irregolarità nella gestione della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente (Leidaa), organizzazione non profit presieduta dalla deputata Michela Brambilla. Secondo l’inchiesta, i fondi della onlus sarebbero stati utilizzati per spese personali non correlate alla missione dell’associazione, come soggiorni in hotel di lusso, pranzi e cene, per un totale di oltre 600.000 euro destinati a “attività generali”. Inoltre, si evidenzia un incremento significativo nel reddito dichiarato dalla deputata negli ultimi due anni, passando da 100.000 euro a una media di quasi 350.000 euro.
Questo caso solleva interrogativi più ampi sull’integrità e la trasparenza nel settore non profit in Italia. Secondo dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), nel 2021 si contavano oltre 336.000 istituzioni non profit nel Paese, con un incremento del 10% rispetto al 2011. Di queste, l’85,3% sono associazioni riconosciute e non riconosciute, mentre il 4,8% sono cooperative sociali. Il settore coinvolge circa 5,5 milioni di volontari e 789.000 dipendenti.
Nonostante il ruolo cruciale svolto da queste organizzazioni nel tessuto sociale ed economico italiano, esistono preoccupazioni riguardo a possibili abusi del regime agevolato previsto per gli enti non profit. L’abuso del diritto nel settore si manifesta quando un ente, pur mantenendo formalmente la qualifica di non profit, persegue in realtà finalità lucrative o utilizza le agevolazioni fiscali per scopi diversi da quelli istituzionali.
Per prevenire tali fenomeni, la riforma del Terzo Settore ha introdotto misure volte a garantire maggiore trasparenza e responsabilità nella gestione degli enti non profit. Tra queste, l’obbligo di redigere bilanci sociali, l’adozione di modelli organizzativi adeguati e la previsione di controlli interni ed esterni. Tuttavia, l’efficacia di queste misure dipende dalla loro corretta attuazione e dalla vigilanza da parte delle autorità competenti.
Il caso Leidaa evidenzia la necessità di un monitoraggio continuo e di una cultura della trasparenza all’interno del settore non profit. È fondamentale che le organizzazioni operino in modo coerente con la loro missione dichiarata, utilizzando le risorse a disposizione per il bene comune e mantenendo la fiducia dei donatori e della comunità.
In conclusione, mentre le organizzazioni non profit svolgono un ruolo essenziale nella società, è imperativo garantire che i principi del non profit non vengano sfruttati per fini personali o lucrativi. Una gestione etica e trasparente è fondamentale per preservare l’integrità del settore e assicurare che le risorse siano destinate a scopi di utilità sociale, come previsto dalla legge e dalle aspettative della collettività.