Di Daniela Piesco Direttore Responsabile

È andato in onda su Rai Tre, nella puntata di Report del 18 maggio 2025, il servizio intitolato “Le streghe son tornate”. Un titolo evocativo per un’inchiesta che scoperchia, ancora una volta, il vaso di Pandora dell’urbanistica beneventana: scuole abbattute con indici sismici controversi, milioni di euro pubblici, interessi privati mascherati da opere pubbliche, e un campo da golf da 90 ettari che s’insinua – silenziosamente – in un tessuto urbano stremato.

Il primo nodo da sciogliere riguarda il finanziamento da 17 milioni ottenuto per la demolizione e ricostruzione della scuola Torre. La cifra è stata erogata sulla base di una graduatoria nazionale, che premia i plessi scolastici con maggior rischio sismico. Benevento figura al 31° posto, ma come ci è arrivata?

Il Comune ha presentato al Ministero un indice di rischio pari a 0,32. Ma nella scheda di sintesi compare un valore ben diverso: 0,12, che equivale a un rischio strutturale elevatissimo, praticamente da sgombero immediato. Un’incongruenza grave. L’ingegnere comunale Vincenzo Nesticó, oggi sotto i riflettori, ha spiegato a Report che il valore sarebbe il frutto di “analisi numeriche a mano” e di un “parametro variato”. Ma in una relazione del 2018 lo stesso tecnico attestava un indice di 0,33, simile a quello dichiarato nel bando ministeriale. Chi ha cambiato i numeri, quando, e perché?

Il punto centrale è che la differenza tra 0,32 e 0,12 ha consentito di scalare la graduatoria nazionale. Un punteggio che vale milioni. E che oggi solleva la domanda che aleggia su tutta la vicenda: si è forzato un dato tecnico per ottenere fondi pubblici?

Oltre alle cifre, c’è l’aspetto umano e urbano. L’abbattimento della scuola “Torre” ha spaccato la città. Il Comitato “Salviamo le scuole Torre e Sala” parla di operazione insensata e affrettata. Gli studenti, oggi dispersi in plessi distanti, affrontano ogni giorno disagi logistici enormi. Il dirigente scolastico Edoardo Citarelli ha definito la gestione degli orari un “incubo organizzativo”.

Secondo Mastella, però, il problema non si pone: “La struttura era fatiscente. C’era persino pietra di fiume nei pilastri, e tracce di amianto”. Ma se davvero fosse così, perché non intervenire prima? E soprattutto, perché attendere il finanziamento ministeriale per certificare la pericolosità di un edificio che ospitava minori?

Il progetto di ricostruzione prevede un ampliamento di 4.000 metri cubi in più rispetto a quanto consentito dal piano urbanistico. Chi ha autorizzato questa deroga? Si tratta di una “compensazione” tecnica oppure di una forzatura per attrarre imprese e progettisti?

La gara d’appalto – precisa Mastella – è stata gestita da Invitalia, così come la selezione dei progettisti. Ma anche qui, l’autonomia del Comune è solo apparente: sebbene formalmente esterni, i soggetti coinvolti nel bando sono ben noti a livello locale e nazionale, spesso ricorrenti in altri appalti pubblici.

IL CAMPO DA GOLF: IL PARADISO PRIVATO NASCOSTO TRA LE PIEGHE DELL’INTERESSE PUBBLICO

Ma è dietro il green che si cela l’ombra più lunga. Il progetto per un campo da golf da 90 ettari, proposto dalla società Antum Immobiliare (riconducibile alla famiglia Basile), prevede una trasformazione radicale del territorio: resort, ristoranti, piscine, club house, ville per eventi.

Il valore dell’investimento è di 22 milioni. Il Comune ha già dichiarato l’interesse pubblico dell’opera. Ma in base a quali criteri? Il progetto ricade parzialmente nelle stesse aree di espansione urbana toccate dalla demolizione delle scuole? L’indagine catastale e urbanistica, da ciò che risulta, non è mai stata oggetto di una vera Conferenza dei Servizi aperta alla cittadinanza.

DOMANDE CHE BRUCIANO, RISPOSTE CHE MANCANO

Chi ha validato il nuovo indice sismico e perché diverge da quello ufficiale del 2018?

Perché le scuole Torre e Sala sono state abbattute senza una procedura partecipata o una valutazione esterna indipendente?

Chi guadagna dalla ricostruzione? Chi sono i progettisti, le ditte esecutrici e i consulenti coinvolti?

Quali legami esistono tra i promotori del campo da golf e i decisori politici?

Come si concilia l’interesse pubblico con la creazione di un resort di lusso in una città con emergenze scolastiche e infrastrutturali?

 

Mastella, all’indomani della trasmissione, non ha risposto nel merito. Ha preferito delegittimare il programma, accusando Report di commistione tra interessi editoriali e inchieste televisive, citando la presentazione di un libro di Ranucci a Benevento. È il classico “spostare il piano”: anziché rispondere alle domande, si insinua il sospetto sui giornalisti.

Ma la città vuole sapere. E il giornalismo ha il dovere di chiedere. Anche quando la verità è scomoda, anche quando sotto i detriti di una scuola demolita, si nascondono interessi molto più pesanti del cemento armato.

 

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