La lettura della lectio magistralis del Presidente Mattarella costituisce un momento di straordinaria elevazione culturale coniugata con un alto senso della coscienza umana e della sensibilità politica.
Con una disamina puntigliosa dei salti storici tra ripetuti cicli di guerre nell’epoca moderna e contemporanea, egli isola il lungo periodo di pace seguito alla seconda guerra mondiale .
“La pace degli ottanta anni” la definisce con una sintesi lucida e di immediata percezione.
Prosegue ripercorrendo quel periodo caratterizzato dalla creazione di Organismi internazionali a sua tutela, a cominciare dall’Onu per arrivare alle istituzioni preposte a favorire gli scambi internazionali, Wto ( World Organization Trade) fra tutti.
Vi era, sottolinea il Presidente, la consapevolezza che la cooperazione doveva prevalere rispetto alla competizione perché la circolazione delle persone, l’abbattimento delle barriere per le merci, la condivisione delle informazioni, la visione globale e integrata dello sviluppo sono alla base della convivenza umana ed alla base della pace.
Non manca il presidente Mattarella di soffermarsi sulle derive imperialiste che hanno attraversato la nostra storia recente.
Dal rigetto delle aberrazioni colonialiste definitivamente rifiutate proprio con l’avvento della sacralità dei diritti dei popoli affermata con la fine della seconda guerra mondiale al ripudio, che, si affermò unanimemente, dovesse essere per sempre e per tutta l’umanità, delle derive naziste e fasciste. Tanto in linea con la convinzione maturata che la volontà di vivere in pace non può prescindere da percorsi e volontà ireniche, come egli sapientemente afferma, riferendosi alla necessità di costruirla, la pace ( Eirene in greco) e non di attenderla o sperarla supinamente concedendo spazi a chi quella pace invoca per il proprio, subdolo, tornaconto.
E si addentra con lungimiranza nel tempo attuale dopo aver illustrato la divaricazione bipolare del mondo provocata dalla guerra fredda con l’insorgere dell’equilibrio del terrore poggiato sulla minaccia di un olocausto nucleare fermo all’orizzonte dell’Umanità.
Fu la caduta del muro di Berlino, l’8 novembre del 1989, a far franare quella divaricazione e liberare il mondo dall’orrore del possibile olocausto nucleare. E finalmente il Mondo si scoprì uno e affidatario del Pianeta.
La dimensione unipolare doveva trovare nel consesso delle nazioni il suo punto di equilibrio.
Nacquero le grandi attese, le speranze di sviluppo globale, la convinzione che si potesse vincere la lotta contro la fame, la povertà, l’ingiustizia.
E per la verità sembrava che il nuovo millennio dovesse essere il millennio giusto.
L’Europa, per dirla con Simon Weil, rammenta il Presidente, era la grande isola di pace che concentrava su di sé le attenzioni dei popoli e delle nazioni.
Nel 1994, sottolinea ancora, a Barcelona l’Europa indicò nel Mediterraneo lo spazio vitale in cui cooperazione, sviluppo e rispetto avrebbero dovuto coniugare i processi di integrazione dei popoli…
Ma erano in agguato nuove derive contro la speranza di un mondo unito e proiettato verso un futuro di pace e di sviluppo.
Il Mediterraneo ne fu la prima vittima, a mio parere.
Con un’analisi lucida quanto coraggiosa il Presidente Mattarella stigmatizza così l’avvento dei neo feudatari che ambiscono al controllo non solo del mondo ed al possesso delle sue ricchezze ma addirittura al dominio dello spazio interplanetario oltre che di tutte le tecnologie ad esso attinenti.
É la rivincita dei regimi autoritari poggiata sull’avvento di magnati e oligarchi che intendono assommare in sé la potenza e la ricchezza creando, mi permetto ancora una chiosa, l’informazione e controllandola sino a produrre non solo assuefazione ma addirittura consenso e sostegno deviati. É la deriva autoritaria e sovranista, forte del consenso popolare pilotato e defraudato di ogni capacita critica, che sta minando il mondo multipolare che pure dovrà rappresentate, in un futuro prossimo, auguriamoci, un passaggio arricchente rispetto a quello unipolare solo che lo si difenda dalle metastasi dittatoriali che tanti orrori provocarono non molto tempo addietro.
É in questo contesto che il Presidente Mattarella ha messo in guardia contro atteggiamenti supinamente attendisti che egli con termine inglese comunemente usato, ha definito frutto di politiche di appeasement. Esse contraddicono infatti la volontà irenica, ossia la volontà intessuta di azioni e sforzi rivolti alla creazione delle condizioni necessarie alla pace. E tra queste vengono il rispetto dei diritti dei popoli e delle nazioni a cominciare dai diritti all’identità, alla cultura, al territorio.
Il riferimento all’invasione russa dell’Ucraina formulato dal Presidente Mattarella si inserisce dunque in un ragionamento di straordinaria levatura storica che nulla concede a giudizi e ricostruzioni frutto, queste sì, delle pericolose derive che stanno minando l’equilibrio del mondo riproponendo ambizioni imperiali, sfere di influenza, concentrazione della ricchezza e del potere con oligarchi e magnati che si propongono come i nuovi feudatari che pensano di avere diritto di vita e di morte sul resto dell’Umanità. Tutta l’Umanità.
Le gratuite accuse degli emissari putiniani, i silenzi gravidi di approvazione dei nuovi potenti occidentali, le incomprensibili giustificazioni dei nostrani coreuti dell’altrui potere neofeudale ed imperale, le assurde minacciose promesse di ritorsioni pronunciate a nome del regime autoritario russo in luna di miele con il regime auto definitosi pan-americano, sono esattamente le cartine di tornasole del grave rischio che il mondo sta correndo.
Esattamente il percolo denunciato dal presidente Mattarella.
Post Scriptum
Altra storia la corsa agli armamenti. Quella si, pericolosa, a mio parere.
La sfida dell’Europa oggi dev’essere quella di affermarsi come isola di pace, per riprendere la citazione di Simon Weil.Piuttosto che innescare la corsa al riarmo senza fine che ci condurrà ad unaceconomia di guerra, l’Europa dovrebbe correre al disarmo. Affermare la sua volontà collettiva di disarmo unilaterale e di abbattimento di ogni tipo di muro.Sarebbe la rivoluzione di cui il mondo ha bisogno… con l’Europa disarmata il mondo sarebbe nudo finalmente…e, chissà, anche gli anticorpi dell’America democratica e libertaria insieme alla voglia di libertà dei ragazzi russi e cinesi si potrebbero risvegliare.
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