Sul profilo Facebook di una conoscenza, che insieme al marito si prendono cura delle colonie feline di Otranto, ho visto l’immagine di un gattino in condizioni orribili – probabilmente – ridotto in tale stato dalla crudeltà di qualche immondo individuo. Povera creaturina! Non oso immaginare la sua sofferenza silenziosa, perché a differenza di noi umani che tendiamo sempre a lagnarci, gli amici pelosetti vivono e gestiscono il proprio dolore senza fare rumore, quasi a non voler disturbare…
Allora mi sono chiesta: “Per quale motivo alcuni individui indirizzano la loro aggressività sugli animali?” Scatenare la propria brutalità e gli istinti più turpi sugli animali è di fatto comodo, perché l’animale non reagisce. Ė la forma di sevizia più ripugnante, senza ombra di dubbio. A voler scomodare Freud e colleghi, sembra che alla base di questi agiti vi sia spesso una violenza subita e che viene ripetuta sugli animali. Se così stanno i fatti e la letteratura in ambito psicologico ne dà conferma, allora, sono del parere che gli atti di tortura sugli animali costituiscono un campanello d’allarme che dovrebbe essere segnalato tempestivamente alle forze dell’ordine e ai servizi sociali, a maggior ragione se si hanno dei sospetti su qualche individuo.
I contesti famigliari deteriorati, dove non vige l’educazione dei figli, sono quelli in cui non si sviluppa l’empatia e il rispetto per gli altri. Sono tali ambienti a far germogliare i comportamenti devianti. Sono del parere che i futuri farabutti spesso si scorgono da piccoli, anche da questi atti.
In conclusione, penso che ai bambini, sin da piccoli, debba essere insegnato il rispetto per tutto il creato: persone, animali, piante… E se un figlio, un parente, un amico indirizza la propria aggressività su un animale, abbiamo il dovere di segnalare, senza vergogna e timore di stigmi. Quella persona, nella peggiore delle ipotesi, sta ripetendo sull’animale ciò che è stato fatto a lei. La segnalazione non rappresenta un ulteriore punizione per il soggetto violento/abusato ma la sua salvezza e quella di altre vite.
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