Roma, 17 giu. (Adnkronos) – “La situazione del sistema universitario e della ricerca pubblica in Italia è diventata insostenibile. Siamo tra i Paesi OCSE con la più bassa spesa pubblica in ricerca, ferma allo 0,5% del PIL, lontanissimi da Germania (2,6%), Francia (2,1%) e Danimarca (4,8%). E il lieve incremento previsto nei prossimi cinque anni, pari allo 0,1%, è del tutto insufficiente”. Lo ha detto in Aula alla Camera, Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura, intervenendo sulla mozione del Pd per un piano strategico nazionale volto ad attrarre e a favorire la permanenza di ricercatori europei ed extraeuropei in Italia.
“Il settore -ha proseguito l’esponente dem- continua a essere schiacciato dal precariato: su oltre 125mila addetti, ben 74mila sono precari. E i tagli voluti dall’esecutivo che riducono il fondo ordinario degli atenei, insieme al blocco del turn over rischiano di compromettere la tenuta del sistema. La mancanza di una visione strategica, l’assenza di investimenti e l’assenza di un piano straordinario di reclutamento, colpiscono giovani ricercatori, dottorandi e assegnisti, mentre il resto d’Europa rafforza le proprie università. Il paradosso è evidente: si parla di attrarre talenti dall’estero mentre si spinge all’emigrazione quelli italiani”.
“Il Partito Democratico – conclude Manzi – chiede un’inversione di rotta: serve un piano straordinario e strutturale per il reclutamento dei ricercatori e un investimento stabile nella ricerca di base. L’Italia ha bisogno di una politica pubblica che riconosca alla ricerca il ruolo strategico che merita. E’ sconfortante assistere ai pareri contrari del governo alle mozioni presentate dalle opposizioni perché questa poteva diventare una grande occasione di confronto comune su un tema così cruciale per il futuro del Paese: quello della libertà e dell’indipendenza della ricerca”.

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