Roma, 17 giu. (Adnkronos) – “La preoccupazione è alta. Certo non siamo alla vigilia di uno scontro mondiale generalizzato, ma il rischio che la guerra si allarghi ad altre aree, ad altri Paesi del Medio Oriente non si può escludere. Per questo noi europei dobbiamo mobilitarci immediatamente, chiedendo il sostegno degli Stati arabi moderati della regione, che hanno interesse come noi alla pace per ragioni evidenti”. Lo ha detto al Corriere della Sera il ministro degli Esteri e vice premier Antonio Tajani, sottolineando l’impegno della nostra diplomazia: “I contatti che sto avendo servono a comprendere quali sono le posizioni dei nostri alleati, dei Paesi della regione. Solo oggi (ieri, ndr ) ho parlato con i ministri dell’Iran, di Israele, con il saudita, l’emiratino e con altri. Come Italia manteniamo un canale aperto sia con Israele che con l’Iran”.
“Dal ministro iraniano ho avuto un primo segnale positivo – prosegue Tajani – mi ha detto che l’Iran non ha intenzione di ostacolare il traffico commerciale nello Stretto di Hormuz. Un obiettivo che l’Italia vorrebbe raggiungere è far ripartire negoziati fra Usa e Iran, la sede giusta per far ripartire un confronto diplomatico. L’obiettivo è arrivare presto alla fine di questa guerra pericolosissima. Dobbiamo portare tutti i Paesi responsabili a influire sui contendenti per fermare la guerra. Tutti i Paesi più vicini a Israele hanno chiesto di tornare a un dialogo politico e diplomatico, ma comprendono le ragioni di Israele: l’Iran da anni minaccia di cancellarlo dalla carta geografica. Secondo la Aiea, l’Iran potrebbe avere presto la bomba nucleare. Questo per noi è inaccettabile. Il governo iraniano deve offrire un segnale per la pace. L’unica condizione possibile è rinunciare al nucleare militare”.
Parlando degli italiani presenti nell’area, il ministro ammette che “i pericoli ci sono, in Israele come in Iran, perché i missili possono cadere ovunque. Per questo abbiamo chiesto a tutti i nostri connazionali di seguire le istruzioni che danno loro le autorità locali in coordinamento con le nostre ambasciate e con l’Unità di crisi. Partirà da Teheran un convoglio via terra per evacuare un primo gruppo di nostri connazionali”. Tajani si sofferma anche sul ruolo che potrebbe avere Mosca in eventuali negoziati: “Non credo che la Russia possa avere ruoli di mediazione in questo caso. Sarebbe importante che Putin si sedesse al tavolo del negoziato per mettere fine agli attacchi all’Ucraina”. Quanto alla posizione dell’Italia, dichiara che “questa è una guerra drammatica e pericolosa, ma Israele deve difendersi, deve sopravvivere a qualsiasi minaccia che possa mettere fine alla sua esistenza. Prima finirà la guerra e meglio sarà”.
Nell’intervista, Tajani sottolinea il ruolo degli Stati Uniti, “fondamentale per raggiungere la pace. Ma non da soli. I Paesi europei, a cominciare da quelli del G7, hanno l’obbligo di lavorare insieme per raggiungere questo obiettivo. L’Alleanza transatlantica resterà sempre un punto fermo nella nostra struttura di sicurezza. Penso che l’Europa debba riformare il suo modo di agire, offrendo ai suoi cittadini uno strumento più decisivo nel campo della sicurezza e della difesa. In questa partita gli Stati nazionali devono assegnare all’Europa un ruolo decisivo. È inutile dire ‘l’Europa è assente’: l’Europa è la nostra casa”.
Riguardo la possibilità di attentati in Italia, Tajani afferma che “il rischio c’è sempre, ma il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi segue con responsabilità ogni momento di questa crisi internazionale, e ne prevede assieme all’intelligence le possibili conseguenze sul territorio nazionale. L’intelligence italiana è molto attenta e soprattutto è in allerta, come tutte le forze di polizia. Casi di terrorismo possono esserci, ma gli apparati tengono la guardia molto alta. Ho anche confermato al ministro Saar la nostra massima attenzione alla protezione delle sedi diplomatiche israeliane in Italia e i luoghi di culto ebraici”.
