di Carlo di Stanislao 

Il potere non corrompe gli uomini, li rivela. – John Steinbeck

Nel racconto della rappresentazione cinematografica di Silvio Berlusconi, il titolo più noto è senz’altro Loro, il film diretto da Paolo Sorrentino, acquistato da Mediaset e mai pubblicato in DVD, Blu-ray o su piattaforme di streaming. Una sorta di rimozione culturale per un’opera che, pur con i suoi limiti, ambiva a raccontare il mondo che ha ruotato intorno al più controverso protagonista della Seconda Repubblica italiana.

Molto meno nota, ma altrettanto significativa, è invece la storia di La brutta copia, una commedia surreale diretta da Massimo Ceccherini e rimasta invisibile al pubblico per più di un decennio. Uscito per la prima volta solo in DVD nel 2013 — con distribuzione ridotta e silenziosa — il film è tornato alla luce solo recentemente, grazie alla sua pubblicazione su Mediaset Infinity (e in modo indiretto anche su Prime Video, con un abbonamento aggiuntivo).

Girato nel 2002 e rimasto nel limbo per motivi più politici che artistici, La brutta copia è una commedia a episodi che unisce farsa e satira in un’epoca in cui l’umorismo italiano era ancora molto legato ai codici televisivi. Ceccherini, noto per il suo stile grottesco e anarchico, porta sullo schermo tre storie che ruotano intorno al concetto di imitazione, di copia, di identità smarrita. E tra queste ce n’è una che spicca per coraggio e assurdità: quella in cui Berlusconi è rappresentato come un’entità aliena capace di plagiare le menti con semplici slogan.

La satira e l’invisibilità

All’epoca della produzione, Ceccherini era legato alla Cecchi Gori Group, il cui fondatore, Vittorio Cecchi Gori, aveva rapporti economici ancora rilevanti con Berlusconi. Il rischio era troppo alto: schierarsi apertamente contro un uomo che in quel momento dominava la politica e l’informazione italiana poteva compromettere accordi e carriere. Così il film fu bloccato, congelato, ridotto a un oggetto di culto invisibile, come capita spesso con opere scomode.

L’episodio su Berlusconi racconta la fuga di tre pazienti psichiatrici (interpretati da Ceccherini, Rocco Papaleo e Carlo Monni) durante la campagna elettorale del 2001. Uno di loro è convinto che Berlusconi sia un alieno. I tre si mettono in viaggio verso Arcore, scoprendo lungo il percorso che basta ripetere gli slogan elettorali del Cavaliere — “Meno tasse per tutti”, “Un milione di posti di lavoro” — per ottenere obbedienza cieca e anche vantaggi economici. Le frasi diventano incantesimi ipnotici.

Arrivati a Mediaset, trovano una corte femminile devota, metafora diretta delle future “cene eleganti”, e infine riescono a entrare nella villa di Berlusconi. Qui avviene la rivelazione: Berlusconi è un’intelligenza aliena. L’epilogo è grottescamente beffardo: i tre vengono premiati con la direzione delle tre principali reti televisive private italiane.

Un film scomodo, ora visibile

Ceccherini, che da tempo non dirige ma ha continuato a lavorare come sceneggiatore (tra cui per Pinocchio e Io capitano di Matteo Garrone), ha spesso mostrato un’ironia disperata, una comicità da giullare tragico. In La brutta copia c’è anche una sequenza chiaramente autobiografica che riflette sul successo e sull’alcol, elementi che hanno segnato il percorso personale del regista. Un altro episodio, ancora più toccante, è dedicato alla storia reale e malinconica di Aldo Pellegrini, imitatore professionista di Adriano Celentano, che sogna per tutta la vita di incontrare il suo idolo.

Il film, oggi disponibile per la prima volta in streaming legale, rappresenta una testimonianza importante: non tanto per il valore cinematografico in sé — Ceccherini non è Sorrentino, e non vuole esserlo — quanto per la libertà con cui racconta un’epoca dominata dalla manipolazione mediatica. È un documento satirico e onirico, esagerato e imperfetto, ma più sincero di molte analisi politiche postume.

Nel finale, Ceccherini si rivolge direttamente al pubblico, con una battuta che suona come una liberazione e un’amara constatazione: «Ogni riferimento a persone, cose o animali realmente esistenti è puramente casuale… Ma ci sono certi terrestri…». Dietro di lui, sullo sfondo, il manifesto elettorale di Berlusconi sorride.

 

pH Wikipedia

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