Nei giorni successivi al voto, emerge un messaggio chiaro e inequivocabile da parte di milioni di cittadine e cittadini: l’Italia chiede cambiamento, giustizia sociale e maggiore inclusione.

Oltre 13 milioni di persone hanno chiesto una vera riforma del lavoro e quasi 10 milioni si sono espressi a favore di una nuova riflessione sul tema della cittadinanza. Numeri rilevanti, soprattutto considerando il silenzio del servizio pubblico radiotelevisivo e l’invito all’astensione – pur legittimo – da parte del governo.

Nonostante ciò, la partecipazione ha superato ogni previsione: il Paese ha dimostrato che vuole esserci, vuole contare, vuole cambiare.

Ora tocca all’opposizione, e in particolare al Partito Democratico, il compito di raccogliere questa energia e trasformarla in proposta politica concreta. La priorità deve essere un intervento strutturale sul mercato del lavoro: più tutele, salari più giusti, un piano serio per affrontare l’aumento del costo della vita che colpisce soprattutto le famiglie, i giovani e chi vive nelle periferie.

Sul tema della cittadinanza, è doveroso un mea culpa: non siamo riusciti a spiegare fino in fondo le implicazioni di un “sì” consapevole e inclusivo, e a chiarire che cittadinanza non significa automaticamente integrazione, ma rappresenta il riconoscimento giuridico di una realtà sociale già esistente. Riconoscere come italiani coloro che vivono, crescono e contribuiscono alla nostra comunità non toglie nulla a nessuno. Al contrario, rafforza la coesione e la giustizia sociale.

Il dato sull’astensionismo – intorno al 70% – non può essere ignorato, ma va letto con equilibrio. I referendum abrogativi faticano da anni a raggiungere il quorum, per ragioni strutturali. Tuttavia, il numero assoluto dei votanti dimostra che c’è ancora una larga parte del Paese che crede nella partecipazione e nella possibilità di incidere.

Un dato, però, il governo non può nascondere: la sconfitta alle elezioni amministrative, dove il centrosinistra ha prevalso in maniera netta, confermandosi forza credibile, radicata e alternativa al governo attuale. Questo è il segnale politico più rilevante emerso dalle urne, e deve guidarci nei prossimi mesi.

Guardiamo avanti con determinazione, mettendo al centro le esigenze delle persone, soprattutto quelle più fragili. Il nostro impegno continua, con lo sguardo rivolto a chi vive le difficoltà quotidiane, ai giovani, alle famiglie, a chi oggi si sente escluso da un futuro certo.

Il cammino è tracciato. Continuiamo a percorrerlo insieme.
Così Stefano Orlacchio, vice segretario cittadino del Pd di Benevento.

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