Ancora una volta gli è stata servita la vittoria su un piatto d’argento, spontaneamente, incoscientemente, senza minimamente pensare alle conseguenze che, purtroppo, non tarderanno ad arrivare.
Errori su errori, commessi da chi, dovendo tutelare i diritti dei propri seguaci, non ha più scopi precisi e una totale assenza di una strategia logica, come ad esempio, evitare di cavalcare un evento dove non doveva entrarci la politica ma il buon senso.
In un momento di piena crisi come quello che stiamo attraversando, la cosa più illogica e autodistruttiva che si potesse fare è stata dare un orientamento politico a un referendum che riguardava i cittadini, i quali, avrebbero dovuto votare per i loro interessi e dare così un messaggio chiaro di opposizione al governo, un’arma che difficilmente ricapiterà di poter avere.
Non si è riuscito a capire che le cose non possono essere fatte tutte insieme ma una alla volta, per non creare caos e sconfitte, quindi, prima il voto e in seguito la politica.
Ancora una volta, lo sconfitto è il popolo che però si è rovinato con le proprie mani, capisco che c’è una dilagante insofferenza verso politici e sindacalisti che invece di adottare prese di posizione serie ed efficaci, pensano soltanto di mantenersi la “seggiolina”, ma proprio per questo si sarebbe dovuto lasciar fuori simpatie, antipatie, destre, sinistre e colori di partito e pensare per una volta con la propria testa in modo da fare una scelta vantaggiosa per i lavoratori, i quali, pensando di fare un dispetto a loro, si sono dati la classica zappa sui piedi.
C’è stata naturalmente una propaganda, non eseguita nel modo classico che la caratterizza, si può parlare più di una forma di condizionamento, devo dire, riuscita alla perfezione.
Condizionare : Influenzare fortemente una persona, la sua volontà e libertà d’azione, così da determinarne il comportamento, il modo d’agire.
Ed è ciò che è successo, ed è bastata una sola frase contornata da un po’ di argomenti atti a sviare l’attenzione dall’importanza del voto.
Un leader che ricopre una carica importante dello stato, non può dire di non votare ma la genialità è tirare fuori una frase che propone un’alternativa, sapendo benissimo che tutta l’attenzione si sposterà su quell’unica frase e l’opposizione, abboccando all’amo, gli spianerà la strada.
Erano 5 cartelle ma l’attenzione è stata concentrata solo su una,invece del contrario, facendo fulcro sullo quello spirito un po’ razzista di molti italiani, così, tutti gli altri punti sono passati in secondo piano, un po’ come la metafora del dito e la luna, e si è volutamente trascurato il punto focale del quorum.
Si è evitato attentamente di parlare e riparlare delle tutele tolte ai lavoratori e della loro reintegrazione che si poteva ottenere andando a votare e votando SÌ si è dato rilievo alla cittadinanza degli immigrati e sul malcelato consiglio di non ritirare le schede o, meglio ancora, andare al mare e contando sul fatto che all’italiano medio, le cose importanti devi spiegargliele fino alla nausea per fargliele entrare nella zucca.
La cosa preoccupante è l’astensione dei giovani.
Ai giovani le cose vanno spiegate ma, se per il genitore il problema spicciolo è quello della macchina nuova, la squadra del cuore e l’apericena, tanto le informazioni te le dà la tv e quindi non devi fare nessuna fatica per elaborare il pensiero, sia mai che ti fumi il cervello, quali insegnamenti potranno avere?
Il rischio è che lo sfruttamento e la mancanza di diritti, diventi un ‘abitudine, una normalità che vada accettata e non combattuta, che crescano nella beata ignoranza fino a quando non dovranno inevitabilmente scontrarsi con la realtà e le conseguenti responsabilità, ritrovandosi ad annaspare sommersi da problemi che nessuno gli ha mai insegnato ad affrontare.
Tutto questo solo per essere andati al mare invece di sprecare mezz’ora per recarsi al seggio? Ebbene sì.
Vorrei sapere come si comporteranno quando , una volta passata la “soddisfazione” per una vittoria fasulla, per aver dimostrato di essere degli anticonformisti furbi, si renderanno conto di aver perso un’ occasione per riavere ciò che gli era stato tolto che molto difficilmente si ripresenterà, quando saranno privati del lavoro senza possibilità di rimediare, quando non avranno risarcimento per gli infortuni, quando si renderanno conto di essere schiavi senza voce e che la causa di tutto è stata la loro ignoranza.
Temo che, come al solito, si lamenteranno e troveranno qualcuno a cui dare la colpa.