In una tranquilla sera d’estate, gli ospiti di Villa Serafina si riunirono in veranda per degustare una cena a base di pesce e champagne. Presenziava come ospite d’onore Luciano Lambruschi, noto imprenditore della moda milanese. La fragranza degli agrumi e dei fiori notturni profumava l’aria, le risate e i brindisi riempivano l’atmosfera sotto un bel cielo stellato. Eppure, quel piacevole senso di quiete e letizia sarebbe stato presto interrotto da un evento terribile.
Mentre i commensali si godevano il dessert un improvviso blackout avvolse la villa nella totale oscurità. I presenti per una frazione di secondo rimasero attoniti, presto sbatacchiati da una risata agghiacciante. Il divertimento si trasformò rapidamente in panico quando, ritornata la luce, gli astanti videro il corpo di Luciano riverso senza vita sul pavimento in una pozza di vino rosso.
La polizia fu chiamata all’istante, l’ispettrice Marika Corsini arrivò con la sua squadra per indagare su quello che sembrava un omicidio premeditato. Un gruppo di sospettati si raccolse attorno al cadavere: Anastasia, la moglie di Luciano, visibilmente scossa; Nicola, il socio in affari, frenetico e nervoso; Clara, una giovane stilista, pallida e tremante.
L’ispettrice Corsini, con il suo procedere metodico e preciso, interrogò ciascun sospettato. Anastasia sostenne di aver sentito una discussione tra Luciano e Nicola riguardo questioni finanziarie. Nicola, d’altra parte, dichiarò di aver visto Clara avvicinarsi all’imprenditore poco prima del blackout. Clara, imbarazzata, affermò invece che stava solo cercando di consegnare un progetto a Luciano.
Dopo aver esaminato le prove e ascoltato le testimonianze, l’ispettrice si soffermò su un dettaglio fondamentale: un profumo distintivo che si sentiva intorno al corpo di Luciano. Si trattava dello stesso profumo usato da Clara. Accusata, la stilista confessò di aver avuto una discussione con Luciano, i due avevano una storia e l’imprenditore aveva deciso di chiudere la relazione. Una lite, la loro, basata solo su reciproche accuse verbali, tutto era finito lì.
Alla fine, fu Nicola a crollare, rivelando di aver sabotato un grosso affare con Luciano per salvaguardare la propria carriera. In un impeto di rabbia lo aveva spinto, l’imprenditore cadendo aveva sbattuto violentemente la testa sul tavolo, cagionandone la morte. Una serata di allegria e festa si era conclusa con un arresto. Un uomo aveva perso la vita, ultima vista prima del sonno eterno un bel cielo stellato. Le stelle prime testimoni di un delitto risolto.
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