Milano, 10 giu. (Adnkronos) – I magistrati di Milano tornano a protestare – con un sit in sulla scalinata di porta Vittoria e poi con un dibattito – sulla riforma della giustizia del ministro Carlo Nordio che viaggia a ritmo sostenuto. Una quarantina di pm e giudici, con Costituzione tra le mani e coccarda tricolore sulla toga, hanno protestato – mostrando un cartello con alcune delle frasi più famose di Piero Calamandrei – per diffondere ai cittadini le perplessità di una riforma che verrà discussa a giorni in Aula. “Noi non siamo qui a difendere una corporazione, siamo qui perché pensiamo sinceramente di interpretare un sentimento collettivo di giustizia che conosciamo bene come magistrati e che vogliamo vivere come cittadini. Non combattiamo una battaglia per la magistratura, ma per una società che riteniamo si possa riconoscere nei principi costituzionali su questo tema” le parole pronunciate da Cesare Parodi, presidente dell’Anm, presente in prima fila alla mobilitazione.
E’ una riforma che “sicuramente è espressiva di un sentimento non troppo benevolo della magistratura, ci sono alcuni passaggi che veramente sembrano essere indicativi della volontà di colpevolizzare i magistrati e questo ci spiace molto perché in realtà noi non abbiamo mai fatto la guerra a nessuno e non la faremo mai a nessuno, però veniamo privati di alcune possibilità che generalmente vengono riconosciute e che a noi vogliono essere in qualche modo tolte e questo è qualcosa che ci addolora profondamente”. Sulla separazione delle carriere – “è il tema più delicato, più complesso” – Parodi ritiene che “indebolisca fortemente quello che è il ruolo della magistratura, l’indipendenza della magistratura” e segna una forma di “depotenziamento della giustizia. Io potrei anche dire che la mia vita non cambierà in concreto, ma la cambia come cittadino e questo non mi piace”.
La riforma costituzionale potrebbe essere approvata entro fine anno, o nei primi mesi del 2026, ed è per questo che “abbiamo deciso di anticipare” la mobilitazione: “abbiamo deciso di iniziare oggi con Milano, Roma e Bari, ma ci saranno altre tappe” ricorda. Iniziative per “aprirci ancora di più al dialogo con i cittadini, con le forze che nel Paese possono farsi interpreti di queste nostre idee, quali che siano, non abbiamo dei parenti più prossimi di altri, noi ci rivolgiamo a tutti e chi ci vuole male, chi ci vuole per forza di cose abbinare a qualche etichetta, a qualche formula: noi siamo qui per difendere dei valori e i valori possono interessare tutti”. Per Parodi i pericoli concreti della riforma sono “magistrati più deboli, più attaccabili, più incerti e quindi cittadini, (specialmente cittadini che hanno meno tutele per conto loro) più deboli, più fragili, più esposti a una giustizia che, in qualche modo, non si rende interprete delle loro esigenze. E questo dal punto di vista sociale è un tema molto, molto delicato”.

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