Roma, 9 giu (Adnkronos) – “Che il quorum fosse difficilmente raggiungibile era noto: d’altra parte neppure nel voto in diverse elezioni amministrative lo si è raggiunto, a dimostrazione che la disaffezione verso la politica è diventato il primo e cruciale problema della democrazia. Lo è ovunque, ma solo qui succede che chi governa non si ponga il problema e incoraggi addirittura il disimpegno, a proposito del rispetto che questa destra ha per gli elettori e le istituzioni”. Lo scrive sui social Stefano Bonaccini.
“In ogni caso si è mancato l’obiettivo e quando oltre due terzi degli italiani non rispondono è necessario riflettere. Fossi nella destra, tuttavia, eviterei certi toni di scherno: pochi o tanti che siano, i circa 14 milioni di elettori che hanno partecipato sono più della somma dei voti di tutti i partiti che sostengono il governo Meloni alle ultime elezioni politiche. Dunque consiglierei di tenerne conto e non deriderli”, prosegue l’eurodeputato e presidente del Pd.
“Dal mondo del lavoro emerge in ogni caso una richiesta di diritti e protezione. Così come è sempre più urgente dare una risposta matura al problema della cittadinanza di milioni di persone che vivono, studiano e lavorano nel nostro Paese, rimanendo però esclusi da un patto di cittadinanza fatto di diritti e doveri”, sottolinea ancora.
(Adnkronos) – “Per parte nostra ci faremo carico di queste istanze, e servirà una proposta di governo alternativa alla destra, che sappia mettere al centro tutto il lavoro e i suoi diritti, il superamento della precarietà e la questione cruciale dei redditi delle famiglie e dei salari, di cui si discute troppo poco. Così come ribadire che chi nasce e cresce in Italia deve essere un cittadino italiano”, scrive ancora Bonaccini.
“I referendum, per propria natura, hanno il limite di essere strumenti abrogativi: noi abbiamo il dovere di costruire una risposta positiva che raccolga le istanze dei cittadini che ieri e oggi hanno partecipato, così come di chi ormai sfiduciato, o non convinto dei quesiti, è rimasto a casa, ma si aspetta però un’alternativa a questa destra latitante ogni volta che si parla di diritti, di lavoro e di dignità delle persone. Il lavoro e i diritti dovranno essere il primo pilastro del nuovo centrosinistra che dovremo costruire assieme a tutte le opposizioni, per dare prospettiva e futuro al Paese”, conclude.

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