Sul sito del ministero dell’Istruzione e del Merito sono disponibili, da oggi, le commissioni dell’Esame conclusivo del II ciclo di istruzione.
L’apposito motore di ricerca con le commissioni è raggiungibile all’indirizzo: https://matesami.pubblica.istruzione.it/
Quest’anno saranno 524.415 gli studenti coinvolti nelle prove (511.349 candidati interni e 13.066 esterni), mentre le commissioni sono 13.900 per un totale di 27.698 classi.
La ripartizione dei candidati per tipologia di percorso di studio è la seguente: Licei: 268.577, Istituti Tecnici: 169.682, Istituti Professionali: 86.156.
Le commissioni d’Esame sono composte da un presidente esterno, da tre membri esterni e tre interni all’istituzione scolastica. La pubblicazione delle commissioni rappresenta un’altra tappa di avvicinamento alle prove di giugno.
Si comincia mercoledì 18 giugno, alle 8.30, con il primo scritto, italiano, comune a tutti gli indirizzi.
Si prosegue il 19 giugno con la seconda prova, che riguarda le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio.
È previsto, poi, un colloquio che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale di ciascun candidato.
Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha realizzato una pagina informativa sugli Esami di Stato (https://www.istruzione.it/esami-di-stato/) consultabile da studenti, famiglie, personale della scuola. Il motore di ricerca delle commissioni (https://matesami.pubblica.istruzione.it/)
Studenti alla ricerca di informazioni sui commissari
Subito dopo la pubblicazione, oggi, degli elenchi delle commissioni in vista dell’esame di maturità, con le assegnazioni alle varie scuole, da parte del Ministero dell’Istruzione, è partita la tradizionale “caccia” alle informazioni. A confermarlo sono i risultati di un sondaggio realizzato da Skuola.net su un campione di circa 1.000 studenti che affronteranno la Maturità 2025: l’81% ha dichiarato che conoscere in anticipo il nome e le abitudini dei commissari è “molto” o “abbastanza” importante.
Solo una piccola fetta (19%) dice di non dare troppo peso alla questione. Quanto i nomi vengono resi pubblici scatta, quasi in blocco, la ricerca di più dettagli possibili sui prof “sconosciuti”: a mettere in piedi una qualche strategia saranno quasi 9 su 10. Principalmente con due modalità differenti, equamente distribuite: il 48% degli studenti si sta attivando, o lo farà nei prossimi giorni, andando in autonomia, mentre il 40% prova a organizzarsi con i compagni di classe per aumentare le chance di raccogliere dettagli utili.
Soltanto il 12% ammette di non voler fare alcuna indagine. I metodi con cui si tenterà la missione sono più o meno quelli consolidati da anni: circa 1 su 5 proverà a contattare gli alunni degli istituti in cui insegnano i commissari esterni, per avere testimonianze dirette del loro comportamento.
Una quota simile (17%) proverà ad avere indiscrezioni tramite i propri professori. Altrettanti (17%) scandaglieranno i social network alla ricerca di profili e, magari, di qualche post significativo. E poi, ancora tecnologia: il 14% si affiderà a siti dedicati agli studenti – come Skuola.net – mentre il 12% perlustrerà chat Telegram, WhatsApp o gruppi social messi in piedi per l’occasione. C’è, infine, anche chi sta valutando di andare fisicamente nella scuola di provenienza dei prof esterni (10%).
Mentre, tra le novità, si segnala l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dei chatbot online, con richieste mirate per avere info sui quei docenti: ci si rivolgerà quasi 1 su 10. Idee abbastanza chiare anche sugli elementi più ambiti da conoscere, oltre al mero dato anagrafico.
La maggior parte – oltre 1 su 3 – dice di volersi concentrare sulle “fissazioni” e le particolarità dei prof, soprattutto in vista del colloquio orale dell’esame. E il 21%, non a caso, si soffermerà specificatamente proprio sulle domande più frequenti. A un altro quinto degli intervistati (20%) interessa soprattutto capire che tipo di persona si troverà davanti, per preparare delle contromisure. Solo il 15%, un po’ a sorpresa, si preoccupa della severità nei voti. Mentre il 9% ammette di essere curioso di conoscere anche dettagli sulla loro vita privata.