Di Brunello Pezza 

Ci siamo lasciati qualche giorno fa dopo aver descritto nei suoi concetti fondamentali cos’è la psicosomatica e quali sono i suoi “criteri di indagine”; criteri non logici ma analogici, non ricercati attraverso meccanismi di causa/effetto e ripetitività ma attraverso la compresenza di elementi collegabili simbolicamente ed in particolare utilizzando simboli presenti nell’inconscio di ogni essere umano che costituiscono l’ l’inconscio collettivo, Jung chiama questi simboli universali “archetipi”.
In particolare abbiamo descritto i caratteri di due archetipi : il maschile e il femminile.
Attenti però: non stiamo parlando sic et simpliciter di “uomini e donne” ma di componenti presenti in ogni singolo individuo in quote variabili e con prevalenze non esclusive.
Giusto per fare un esempio collegato alla nostra medicina occidentale: e’ noto a tutti che gli ormoni sessuali maschili (androgeni) e femminili (estrogeni) sono presenti entrambi in ogni individuo ma in prevalenze diverse nei due sessi. Da questa compresenza nasce l’equilibrio.
Gli archetipi di Maschile e di Femminile decritti dalla psicosomatica si comportano esattamente come gli ormoni sessuali: compresenti ma in quote diverse in ogni essere umano.

Consideriamo ora questi due archetipi (presenti da sempre nell’inconscio collettivo) e pensiamo a come si sono relazionati nel corso dei secoli, o se volete dei millenni, alle diverse situazioni e trasformazioni sociali.
Per millenni le caratteristiche vincenti che garantivano la migliore sopravvivenza della razza erano la forza, la resistenza, la immutabilità e continuità. Come vedete parliamo di caratteristiche prevalenti nell’archetipo maschile che per questo motivo in tutti i popoli e’ stato quello dominante fino a radicare anche sovrastrutture anomale come ad esempio abitudini e condizionamenti culturali e di costume che sono poi sfociate nel fenomeno del patriarcato. Fenomeno che si radica profondamente nelle coscienze, e non solo in quelle maschili!
Succede però che la struttura sociale cambi profondamente e sempre più velocemente almeno negli ultimi due secoli. Un esempio: chi è nato agli inizi del novecento quando la corrente elettrica era un lusso e l’automobile una rarità, e la luce delle lampade ad olio dominava le serate ha attraversato poi l’epoca della energia atomica, dei computer, della conquista della luna, dei cellulari. Questo solo per parlare della tecnologia, ma la società civile ha conquistato il suffragio universale, il boom del lavoro femminile, la evoluzione dei media, l’economia si trasforma da agricola ad industriale etc etc
Come si può intuire si tratta di cambiamenti sempre più frequenti e radicali, nuovi equilibri e nuovi schemi sociali. La parola che domina è “cambiamento” non certo immobilità e stabilità
o rigidità. Il tutto avviene in pochi decenni, dopo secoli e secoli di trasformazioni molto lente. Ora, tra il maschile e il femminile quale archetipo si adatta di più a questa situazione? A queste trasformazioni sempre più veloci e radicali? Sicuramente il femminile con la sua predisposizione alle trasformazioni e ai cambiamenti.
Il femminile ha in sé il concetto e la disponibilità al cambiamento, da quello ciclico mensile (che ci ricorda la luna, simbolo universale del femminile) fino alla gravidanza che è il trionfo della trasformazione e della accoglienza assoluta. Il femminile e’ capace di adattarsi a tutti i contenitori come l’acqua ( altro simbolo del femminile) e di accettare tutte le trasformazioni e i cambiamenti sempre più veloci di questa epoca, cosa che all’archetipo maschile risulta molto più difficile.
E siamo arrivati alla interpretazione psicosomatica (fondata sulla teoria degli archetipi di Jung) dei fenomeni di contrasto tra patriarcato e mondo attuale: un maschile che per secoli e secoli ha dominato la società imponendo regole e consuetudini anche francamente aberranti (vedi il delitto d’onore) conservando e preservando una sostanziale stabilità se non immobilità oggi si trova nei fatti raggiunto e spesso superato da un femminile sempre più agile e adatto ad affrontare con maggiore disinvoltura l’attuale stile sociale fatto di continue ed indispensabili trasformazioni.
Ovviamente non sempre tutto ciò avviene in modo incruento e il disagio del maschile in difficoltà si può trasformare nel criminale tentativo di ritornare alla sua supremazia con il suo mezzo più antico e consueto; la forza e la violenza, grazie alle quali ha l’ illusione di ripristinare le vecchie consuetudini del suo predominio.
E’ una battaglia antistorica e persa in partenza anche se con grande e reale spargimento di sangue, ma lui non lo sa!

 

pH Pixabay senza royalty

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.