Roma, 19 mag. (Adnkronos) – “Da giorni le caselle email di tutti i parlamentari sono tempestate di messaggi di persone che iniziano come quello appena ricevuto: ‘Io vivo in Argentina, ma il mio bisnonno era italiano ed emigrò qui alla fine nel 1895. Con l’ultimo decreto legge il governo mi toglie il diritto ad avere la cittadinanza italiana, è una vergogna’. Io penso che la vera vergogna sia stato avere finora una situazione del genere, in cui un bambino nato e cresciuto in Italia (e che parla dialetto bresciano o napoletano) non può essere cittadino italiano, mentre uno che vive dall’altra parte del mondo, non sa dove sia l’Italia e non parla una sillaba d’italiano invece si”. Così Luigi Marattin, deputato e fondatore del Partito liberaldemocratico, in un post sui social. “Il decreto del Governo, che limita un po’ (ai nonni nati in Italia, invece che ai trisavoli…) la seconda situazione, va benissimo e lo voterò con convinzione”, aggiunge Marattin. “Resta il mistero di perché non possiamo fare un dibattito serio e non-sloganistico su, invece, la prima situazione”.

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