Egidio Bosco, già sindaco di Sant’Angelo a Cupolo per un decennio dal 2001 al 2011, ha deciso di rimettersi in gioco candidandosi nella lista Fare Comune, a sostegno di Angelo De Luca. Una scelta che nasce da un profondo senso di responsabilità civica e dalla volontà di mettere nuovamente la propria esperienza al servizio della collettività. In un contesto complesso, segnato da sfiducia verso la politica e da sfide amministrative urgenti, Bosco propone una visione chiara: riportare equilibrio finanziario, rilanciare i servizi essenziali, valorizzare il patrimonio storico e ricostruire, con pazienza e fermezza, il rapporto tra cittadini e istituzioni. In questa intervista racconta non solo le sue idee e proposte, ma anche il valore simbolico dei luoghi e della memoria, che rappresentano per lui le fondamenta di un impegno autentico e condiviso.
L’ intervista
Cosa ti ha spinto, dopo anni lontano dalla scena amministrativa, a scendere di nuovo in campo con la lista Fare Comune?
Sono Egidio Bosco, ex sindaco di Sant’Angelo a Cupolo dal 2001 al 2011. Dopo 14 anni, ho deciso di rimettermi in gioco candidandomi nella lista FARE COMUNE, a sostegno di Angelo De Luca, una figura nuova, stimata e capace, che guida una squadra completamente rinnovata.La scelta di tornare alla vita amministrativa nasce dal desiderio di mettere la mia esperienza al servizio della comunità, in un momento in cui sento forte la necessità di un impegno serio, concreto e condiviso. Credo ancora nella politica come strumento per cambiare ciò che non funziona e per dare voce a chi troppo spesso resta inascoltato. Il mio obiettivo è contribuire, con spirito di servizio e responsabilità, a costruire insieme un futuro migliore per il nostro paese.
Quale è, secondo te, la priorità più urgente per Sant’Angelo a Cupolo?
La priorità più urgente, a mio avviso, è ristabilire e garantire un equilibrio finanziario stabile e duraturo. Questo rappresenta il presupposto fondamentale per assicurare servizi efficienti e di qualità alla cittadinanza.
Un’amministrazione responsabile e lungimirante deve partire da una ricognizione attenta e trasparente della situazione economico-finanziaria ereditata, per comprendere con esattezza lo stato in cui versa l’ente. Solo così sarà possibile adottare misure efficaci e tempestive per riportare l’azione amministrativa su binari di correttezza, efficienza e sostenibilità. La buona politica si fonda innanzitutto sulla gestione oculata delle risorse pubbliche.
Cosa significa per te “Fare Comune”?
Fare Comune significa, prima di tutto, costruire insieme. Significa favorire una democrazia realmente partecipata, in cui ogni cittadino si senta parte attiva di un progetto collettivo. Vuol dire ascoltare, coinvolgere, condividere scelte e responsabilità.Per me è il presupposto indispensabile per dare nuova linfa all’impegno civico e istituzionale: un impegno che metta al centro il bene comune, al di là degli interessi personali o delle appartenenze politiche. Solo attraverso una comunità unita e partecipe possiamo dare al nostro Comune una prospettiva di crescita e sviluppo reale
Hai una idea o una proposta concreta che vorresti realizzare nei prossimi cinque anni?
Uno degli obiettivi a cui tengo di più è velocizzare le procedure per il recupero e la ristrutturazione del Palazzo Baronale – Capasso Torre di Caprara. È una priorità non solo per il valore storico e culturale dell’edificio, ma soprattutto per restituire dignità e serenità ai residenti della frazione di Pastene, che da oltre un decennio vivono disagi legati a questa situazione irrisolta.Accanto a questo, ritengo fondamentale intervenire con decisione per dotare tutte le aree del nostro Comune – in particolare quelle ancora trascurate – delle infrastrutture primarie e secondarie necessarie. Parliamo di servizi essenziali che ogni cittadino ha il diritto di avere e che rappresentano le basi per una qualità della vita dignitosa e per uno sviluppo equilibrato del territorio
Cosa pensi si possa ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni?
Credo sia necessario avviare un percorso profondo e autentico, che vada oltre la semplice apparenza. Un percorso che preveda un’organizzazione più efficiente e un utilizzo più ampio e consapevole degli strumenti di partecipazione e comunicazione, per coinvolgere davvero i cittadini nella vita amministrativa.Nel nostro Comune non mancano né le competenze né le energie: occorre solo metterle in rete, valorizzarle, farle dialogare. Ma tutto questo può realizzarsi solo attraverso uno sforzo comune di pacificazione politica e sociale. È fondamentale superare le contrapposizioni personali e gli antagonismi cronici che hanno spesso bloccato il confronto costruttivo. Solo con un clima di rispetto e collaborazione si può ricostruirela fiducia tra cittadini e istituzioni.
Un ricordo e un luogo di Sant’Angelo a Cupolo che per te rappresenta casa e perché.
Un luogo che per me rappresenta profondamente il senso di appartenenza e di casa è la piazza principale di Sant’Angelo a Cupolo, dove si trova la lapide dedicata al Maresciallo Francesco Pepicelli, Medaglia d’Oro al Valor Militare.Quella lapide non è solo un segno della memoria, ma un simbolo dell’identità e della dignità del nostro paese. Passarci davanti richiama ogni volta il valore del sacrificio, dell’impegno per la comunità, dell’onore di servire qualcosa di più grande di sé. È un luogo che unisce storia, memoria e senso civico: elementi che sento profondamente e che mi accompagnano nel mio impegno quotidiano per Sant’Angelo a Cupolo.