Roma, 16 mag. (Adnkronos) – “L’Italia fa tutto ciò che è possibile, ci sono colloqui in corso, noi li sosteniamo e purtroppo la pace dipende dalla volontà delle parti: dipende da Israele, dipende da Hamas, quindi bisogna fare in modo che le parti si confrontino, che cessi la guerra. Non abbiamo condiviso, l’abbiamo detto, alcune scelte del governo di Israele. Ovviamente sappiamo bene che chi ha iniziato tutto è Hamas, che ancora trattiene ostaggi israeliani, ma la popolazione civile palestinese sta subendo quello che non è giusto subire per un popolo che non ha nulla a che fare con Hamas”. Lo ha detto il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine della presentazione, alla Farnesina, della seconda edizione del progetto Sport e Innovazione Made in Italy, parlando dell’incremento dell’azione militare di Israele a Gaza.
“Noi faremo tutto ciò che è possibile – ha ribadito Tajani . Sono arrivati l’altro giorno altri bambini palestinesi con le loro famiglie, un centinaio di persone, sono oltre 100 i bambini che vengono curati nei nostri ospedali, ci sarà un altro gruppo di palestinesi studenti che verranno in Italia nei prossimi giorni. Quindi noi stiamo facendo tutto ciò che è possibile per favorire la pace, sostenendo l’azione dei paesi arabi, fin dall’inizio. Sono stato in Egitto recentemente, continuiamo a parlare con tutti i paesi”.
“Questi paesi possono mediare – ha detto ancora il ministro – perché hanno anche la possibilità di parlare con Hamas e quindi, ripeto, l’azione diplomatica dell’Italia è incessante per la pace e per aiutare anche la popolazione civile. Stiamo spingendo per far entrare i beni di Food for Gaza, alimentari e non solo, insistendo perché possano arrivare senza l’intermediazione di Hamas alla popolazione civile quello che l’Italia può e vuole mandare”.
Quanto a un’eventuale azione dimostrativa volta a far pressione su Israele, Tajani afferma che “l’ambasciatore italiano in Israele non viene ritirato. Non ce n’è motivo: ‘ambasciatore si ritira quando c’è un atto contro il Paese, è utile invece che rimanga, come è utile che ci sia il nostro Console a Gerusalemme, perché teniamo anche rapporti stretti con l’Autorità nazionale palestinese. Ritirare il capo della diplomazia sarebbe un errore grave nella costruzione della pace”.
