Roma, 14 mag. (Adnkronos) – Lo scambio di accuse a distanza sulla sanità tra Giorgia Meloni dai banchi del governo e Elly Schlein dallo scranno di Montecitorio. Giuseppe Conte che chiama lo ‘stand up’ per Gaza in aula. E Riccardo Magi, escluso dagli interventi del premier time, che si presenta travestito da fantasma, con un lenzuolo addosso, citando la protesta di Marco Pannella contro la disinformazione per un referendum nel 1997. Non è piaciuto a Matteo Renzi che lo critica via social mentre la ‘sua’ capogruppo Maria Elena Boschi, da donna, incalza la prima premier donna: e non è sessismo, dice Boschi, ma legittima critica a una presidente del Consiglio “non all’altezza del ruolo”. Mentre Angelo Bonelli, a Meloni che dice di parlare da madre, ribatte parlando “da padre” e si dice “inorridito” dalla “ipocrisia” della premier sulla strage di Gaza.
Scivola via in poco più di un’ora il premier time a Montecitorio tra scambi dialettici e qualche trovata scenografica a favore di fotografi e telecamere. Uno dei momenti più tesi quello del confronto tra Schlein e Meloni sulla sanità. La premier non ci sta alle accuse delle segretaria del Pd, scuote la testa e fa no platealmente con il dito. Ma Schlein incalza: snocciola i numeri, le percentuali dei tagli e dell’aumento delle spese sanitarie per gli italiani, “il 10% in più” con il governo della destra: “È una vera e propria tassa Meloni”.
Ma “per lei -dice rivolta a Meloni- è sempre colpa di qualcun altro, no? Le liste d’attesa sono essenzialmente colpa delle Regioni, il Governo ha fatto tutto quello che poteva. Così come i 25 mesi di calo della produzione industriale sono colpa dell’Europa. Il fallimento dei suoi centri in Albania sono colpa dei giudici. Lei vive in un mondo fantastico” ma “dopo tre anni non ci sono scuse, presidente. La colpa non è degli altri, è vostra, è sua e gli italiani non sono fessi e lo vedono”.
Se Meloni si innervosisce con Schlein, con Conte lo scambio sulle spese militari è duro. Accuse e controaccuse. Meloni ricorda al leader M5S che fu il suo governo a prendere l’impegno per le spese militari al 2% del Pil. Ribatte Conte: “Presidente Meloni coglie sempre l’occasione per buttarla in caciara, e anziché fare la presidente del Consiglio ha delle reazioni fanciullesche. I fatti dicono che io ho portato la percentuale di Pil all’1,4%, abbiamo speso un miliardo per le armi, ma abbiamo portato 209 miliardi. Ci provi lei”.
E Conte trova un modo per portare dentro il botta e risposta sul riarmo, anche il tema di Gaza. “Siamo qui, nel luogo eletto della democrazia, e rivolgo un appello a tutti i colleghi, un segno di umanità diamolo. Condanniamo in silenzio questo sterminio di donne, di bambini, di giornalisti, tutte le vittime civili di Gaza. Alziamoci in piedi”. Conte con M5S, Pd, Avs si alzano in piedi. L’ex-premier guarda Meloni: “Lei rimane seduta”, rimarca parlando al microfono.
Gaza è stato anche il tema al centro dell’interrogazione di Avs. “Lei condanna le azioni di Netanyahu? E’ pronta a mettere sanzioni? A ritirare l’ambasciatore?”, chiede Angelo Bonelli che, per niente soddisfatto della risposta di Meloni, ribatte: “Lei prima ha detto che parlava da madre, adesso io le dico da padre: io sono inorridito, indignato dalla sua ipocrisia. Non ha avuto il coraggio di condannare i fatti criminali che stanno accadendo” a Gaza. “Ma lei da madre come si sente a vedere uccisi 18.000 bambini?”. Lo fa, aggiunge, per “calcolo politico. È più importante mantenere il suo potere, non inimicarsi Israele, non inimicarsi Washington”.
Maria Elena Boschi parla di “Meloniland”, un’Italia “da favola” che esiste nella narrazione di una premier che “continua a mentire agli italiani” e “anche oggi, non dà risposte ai problemi reali degli italiani. Si preoccupa di vincere un duello mediatico e ogni volta che riceve una critica, grida al sessismo. Se lo lasci dire da una donna che ha subito attacchi sessisti, anche da Fratelli d’Italia, senza che lei abbia mai speso una parola: io non la critico perché è donna. La critico perché non è all’altezza di guidare questo Paese”, sottolinea la capogruppo di Italia Viva.
Infine Azione che mantiene un atteggiamento più dialogante nel merito con la premier. Dice il capogruppo Matteo Richetti: “Ho recuperato ciò che è stato inviato a lei e ai leader di opposizione da Calenda negli ultimi 18 mesi” sulla strategia industriale, sul nucleare e il disaccoppiamento tra gas ed energia, “che non è avvenuto”, e il piano automotive. “Siccome ha ripreso tutti i punti nella sua risposta, noi vi aspettiamo in aula perché questo si chiama Parlamento perché si parlamenta, si discute, quello si chiama esecutivo perché fa, e fa accadere delle cose, e quando venite con delle cose che possono accadere, trovate Azione pronta”.

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