Roma, 13 mag. (Adnkronos) – Arturo Scotto risponde trafelato. “Sto correndo come un pazzo per questi referendum”. Ma un pezzo di Pd non condivide la ‘corsa’ per i 5 sì alla consultazione dell’8 e 9 maggio su cui Elly Schlein ha posizionato i dem. Oggi un gruppo di parlamentari dell’area riformista ha inviato una lettera a Repubblica per mettere agli atti che non voteranno 3 dei quesiti (compreso quello per la cancellazione del Jobs Act) “perché la condizione del lavoro in Italia passa dal futuro, non da una sterile resa dei conti con il passato”.
Per il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, il referendum di giugno non ha niente a che vedere con il passato: “Nessun passato. Si vota sull’Italia di oggi -dice Scotto interpellato dall’Adnkronos- che è attraversata da precarietà e ingiustizie. Non è un referendum con il torcicollo: è una battaglia di giustizia sociale per restituire diritti. Nessuno mi convincerà mai che un paese come l’Italia sia più democratico se c’è assoluta libertà di licenziamento”.

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