Credo ci sia contraddizione in chi afferma che la prospettiva politica deve essere esercitata democraticamente dai partiti in coalizione e nel contempo chiede di voler ridare a singole personalità un ruolo per le scelte future. Non sfuggirà a nessuno che nel passato le condizioni politiche e partitiche nazionali e regionali erano sicuramente diverse da quelle attuali. Bisognerà partire dall’attualità e non da una ricostruzione storica della posizione che avevano i partiti in Regione Campania. Sbaglia chi liquida la questione delle alleanze future, riferendosi al quadro politico delle scorse elezioni. Sono inutili gli insulti che spesso dalla regione vengono effettuati nei confronti di futuri alleati e del gruppo dirigente nazionale del PD. È positivo che partiti all’opposizione del governo regionale sono orientati a costruire un campo largo per battere le destre in Campania. Vorrei ricordare, semmai vi fosse bisogno, che i 5 stelle sono già da tempo parte importante del centro sinistra e condividono con il PD il governo al comune di Napoli. Non penso che i deluchiani si pongono contro l’alleanza al Comune di Napoli o ritengono che la stessa non possa essere affermata per le prossime elezioni regionali. Non condivido, quindi, la posizione di coloro che credono che il prossimo governo della regione va esclusivamente immaginato in continuità e non anche nel rinnovamento. Continuità e rinnovamento non possono che camminare all’unisono attraverso i risultati conseguiti e da conseguire nella prossima legislatura. È l’evoluzione della politica che non consente stagnazioni. Dobbiamo partire dalla condizione di vita dei cittadini campani. Sanità, trasporti, aree interne. Se il lavoro della Giunta e del Consiglio regionale è stato positivo, allora è necessario che i consiglieri regionali che hanno dato il proprio contributo nel consiglio regionale vengano valutati nel loro impegno prima di promuovere altre scelte. È inimmaginabile che si possano liquidare esperienze in assenza di una chiara discussione con la base e all’interno degli organismi politici. Ogni fuga in avanti non aiuta. Qualcuno chiede unità nel partito? L’unità del partito si costruisce sui programmi e non sui pregiudizi di correnti che si riuniscono per esercitare pressioni sul gruppo dirigente nazionale. Condivido l’appello, ma a volte mi sembra che questi appelli nascondino altro. Rimettere in gioco persone e non la politica non è un buon esercizio di democrazia. Anche velate osservazioni sulla democrazia interna al PD andrebbe rivisitata e ragionata. Non può sfuggire a qualcuno che la democrazia interna al PD è stata, per quanto riguarda il Sannio, mortificata da chi all’interno della Regione Campania non ha mai riconosciuto il lavoro del PD di Benevento, virando per altri interessi su posizioni alternative, contribuendo anche direttamente alla sconfitta del PD nelle passate elezioni amministrative nella città capoluogo. Questo lo vorrei ricordare a chi acriticamente oggi si è spostato su posizioni governative regionali. Il commissariamento politico del PD campano non è stato altro che un male necessario. La democrazia va non solo affermata ma praticata. Non mi sembra che in questi dieci anni di governo regionale il confronto tra il governo regionale e i partiti di riferimento sia stato positivo e proficuo. Mi sembra al contrario che il ruolo dei partiti è stato completamente mortificato dal governo Regionale, altro che democrazia. Bisogna costruire la coalizione del centro-sinistra sui programmi e soprattutto una coalizione larga. Bisogna evitare che il Presidente della futura Giunta Regionale possa determinare da solo le scelte, esautorando ogni contributo collegiale. Spetterà ai partiti determinare programmi ai quali legare l’azione amministrativa regionale dei propri rappresentati, annullando, spero i protagonismi personali che hanno determinato diseducazione politica a tutti i livelli. Poniamo fine le tifoserie interessate e ai gruppi di pressione. L’avversario da battere è la destra e non coloro con i quali pensiamo di allearci.
Italo Palumbo PD
