di Roberto Fronzuti 

La situazione della sanità in Italia peggiora giorno dopo giorno. Alcune riforme, pensate dal legislatore per migliorare le condizioni della sanità, si sono rivelate un fallimento.
Le Case della Comunità: avrebbero dovuto alleggerire i carichi eccessivi dei pronto soccorso e degli ospedali; di quanto si ipotizzava potesse essere realizzato, solo il 2,7% delle strutture sono pienamente operative, con gravi diseguaglianze e divari tra le Regioni; ne erano previste 1717.
Va ancor peggio per gli Ospedali di Comunità: nessuna struttura è ancora in funzione.
Anche per il Fascicolo Sanitario Elettronico; l’adesione frammentata e l’implementazione dei dati è incompleta; il tutto si traduce nel fatto che chi lo va a consultare trova delle informazioni incomplete e fuorvianti.
In buona sostanza, tutti questi provvedimenti, previsti dal Pnrr, sono scritti in un libro dei sogni e lì rimangono. Di fronte a questa situazione a dir poco drammatica, la fondazione Gimbe, presieduta da Nino Cartabellotta, ha rilasciato la dichiarazione, che appresso riportiamo.
“Senza interventi urgenti su personale e governance, rischiamo di chiudere la Missione con target centrati solo sulla carta, senza alcun beneficio reale per i cittadini.
A poco più di un anno dalla rendicontazione finale, i rischi sono concreti: perdere i fondi europei, aumentare le diseguaglianze tra territori e lasciare in eredità strutture vuote e una digitalizzazione inefficace.
Il tempo per invertire la rotta è poco. E le conseguenze “pesanti.”

 

pH Pixabay senza royalty

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.