La situazione della sanità in Italia peggiora giorno dopo giorno. Alcune riforme, pensate dal legislatore per migliorare le condizioni della sanità, si sono rivelate un fallimento.
Le Case della Comunità: avrebbero dovuto alleggerire i carichi eccessivi dei pronto soccorso e degli ospedali; di quanto si ipotizzava potesse essere realizzato, solo il 2,7% delle strutture sono pienamente operative, con gravi diseguaglianze e divari tra le Regioni; ne erano previste 1717.
Va ancor peggio per gli Ospedali di Comunità: nessuna struttura è ancora in funzione.
Anche per il Fascicolo Sanitario Elettronico; l’adesione frammentata e l’implementazione dei dati è incompleta; il tutto si traduce nel fatto che chi lo va a consultare trova delle informazioni incomplete e fuorvianti.
In buona sostanza, tutti questi provvedimenti, previsti dal Pnrr, sono scritti in un libro dei sogni e lì rimangono. Di fronte a questa situazione a dir poco drammatica, la fondazione Gimbe, presieduta da Nino Cartabellotta, ha rilasciato la dichiarazione, che appresso riportiamo.
“Senza interventi urgenti su personale e governance, rischiamo di chiudere la Missione con target centrati solo sulla carta, senza alcun beneficio reale per i cittadini.
A poco più di un anno dalla rendicontazione finale, i rischi sono concreti: perdere i fondi europei, aumentare le diseguaglianze tra territori e lasciare in eredità strutture vuote e una digitalizzazione inefficace.
Il tempo per invertire la rotta è poco. E le conseguenze “pesanti.”
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