Di Brunello Pezza 

Mi piace chiamarla proprio così: la fatica; non il lavoro o l’impegno, l’abnegazione o lo sforzo. Fatica nel mio animo rende meglio l’idea di quello strano impasto di lavoro fisico ed intellettuale, di dolore e sudore, di concentrazione, stanchezza. studio e acido lattico che, miscelati in percentuali variabili danno un significato specifico ed unico al termine.
Nella mia famiglia, così come in tante altre famiglie che ho conosciuto, siamo stati cresciuti a pane e fatica.
Non lo dico con orgoglio o vanagloria, ma come un fatto reale a cui non puoi sfuggire, e’ così, lo senti dentro. A qualsiasi età e in qualsiasi fase della tua vita. Possono cambiare da caso a caso le quantità dei singoli componenti della miscela di elementi che prima ho elencato ( un po’ come le infinite ricette “originali” della pastiera napoletana) ma la fatica e’ la fatica: unica, essenziale, densa e….grande produttrice di endorfine!
Ne senti il sapore già nel latte della mamma e da quel momento lo riconoscersi sempre e resterà uno degli elementi determinanti di quasi tutte le vicende della tua vita, tanto da pensare che i giorni non hanno sapore se non ci aggiungi in quantità variabili almeno un pizzico di fatica, quella originale ed artigianale, non riproducibile in laboratorio. Proprio come il sale per gli alimenti, e, proprio come il sale, devi trovare il dosaggio giusto: troppo fa male, troppo poco non fa sentire il sapore e valore delle cose che fai.
In primis, come per tutte le cose che impari ad usare nella tua vita, da bambino, giochi alla fatica: a casa mia uno dei giochi preferiti che impegnava sorelle e fratelli era “la famiglia” e si riproduceva lo schema del quotidiano che avevamo sotto gli occhi. Mamme, mariti, figli… tutti per gioco riproducevamo un ruolo ed ogni ruolo era caratterizzato da un impegno, da una fatica. Attenzione: nel nostro gioco non c’era mai il concetto di un ruolo superiore od inferiore, tutti i ruoli avevano, nella loro diversità, pari dignità e rilevanza.
Poi cresci, e quel sapore, quel gusto, te lo porti appreso, diventa elemento quotidiano dei tuoi giorni e ha anche un potere “maieutico” : spesso, quasi sempre, la gioia, i piaceri delle cose che fai, si apprezzano meglio se li ottieni con un po’ di fatica. Sicuramente più che se ti cadono dal cielo. Un altro concetto che ho sempre ritenuto essenziale e sottinteso e’ che la fatica non sempre corrisponde ad un premio, non esiste questa corrispondenza. Potrei dire che e’ elemento indispensabile ma
non sufficiente. E te ne accorgi nelle battaglie che fai: quando ti scontri con ciò che ritieni sbagliato, illegale, scorretto o semplicemente inesatto non sempre hai la possibilità di far prevalere ciò per cui combatti , spesso sai già che non la spunterai ma poi combatti lo stesso, ci metti la tua quota di fatica e capisci che, semplicemente, fa parte di te. Indipendentemente dal risultato.

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