In un tempo in cui la politica rischia di ridursi a mera amministrazione dell’esistente, la candidatura di Francescotullio Ranalli – conosciuto da tutti come Tullio – si presenta come un appello sentito e appassionato al risveglio della coscienza civica. Dipendente pubblico, sindacalista, padre e cittadino attivo da oltre trent’anni a Perrillo, Ranalli porta con sé una visione che fonde partecipazione democratica, ascolto del territorio e progettualità concreta. In questa intervista per L’Eco del Sannio, racconta cosa lo ha spinto a candidarsi, le sue idee per i prossimi cinque anni e il sogno di riportare il comune alla dimensione della Polis greca: una comunità viva, coesa, capace di decidere e costruire insieme il proprio futuro.

L’ intervista

Puoi raccontarci chi sei e cosa ti ha spinto, nella tua storia personale e professionale, a metterti in gioco in questa competizione elettorale?

Mi chiamo Francescotullio Ranalli, da molti conosciuto anche solo come Tullio, ho 49 anni, sono nato e cresciuto in provincia di Napoli, ma sono Santangiolese d’adozione in quanto vivo a Perrillo da oltre 35 anni.Nella vita, oltre ad essere un marito ed un papà di due splendidi bimbi di 7 e 10 anni, sono un dipendente pubblico e lavoro come funzionario tributario presso l’Agenzia delle Entrate di Benevento.Da sempre sono molto sensibile ai temi della democrazia, intesa come partecipazione attiva, nonché ai temi del lavoro, inteso quale dignità e rispetto dei lavoratori: argomenti che porto avanti in concreto anche in veste di coordinatore provinciale per una sigla sindacale di categoria.

Qual è, secondo te, la priorità più urgente per Sant’Angelo a Cupolo?

Gli ultimi 13 anni di amministrazione comunale, improntati su una gestione sonnolenta e votata prevalentemente all’esercizio passivo della situazione ordinaria, con evidenti risultati di abbandono del territorio, ha allontanato la cittadinanza dalla politica e dalla partecipazione attiva, abituando la comunità a “lasciare andare la barca finché va”: a mio avviso è pertanto necessario ed urgente che la politica torni a rivestire il ruolo di trait d’union, di volano sociale, di elemento trainante, tra noi cittadini, le nostre esigenze, le nostre aspettative e le prospettive di sviluppo di un territorio che rischia di rimanere – se ulteriormente abbandonato a sé stesso – fanalino di coda di una provincia che già soffre di problemi di emarginazione territoriale ed economica.

Cosa significa per te “fare comune”?

“Fare comune” può assumere diversi significati, a seconda se interponiamo o meno una preposizione tra i due termini.Ecco quindi che “fare comune” può essere, allo stesso tempo, un richiamo alla democrazia diretta, quella in cui tutta la cittadinanza è chiamata ad esprimersi non soltanto al momento della scelta dei rappresentanti, ma anche – e soprattutto – nel proporre idee, avanzare proposte e nel condividere le decisioni.Ma “fare comune” è anche fare IN comune, ossia muoversi tutti insieme verso obiettivi comuni e condivisi, anche valorizzando strumenti attivi di partecipazione come le associazioni, i comitati (fare comune NASCE proprio come comitato spontaneo). E ancora “fare comune” può essere inteso come fare PER il comune, ossia l’avere un approccio proattivo, con il quale si anticipano e si progettano tutti gli interventi utili alla crescita del nostro territorio. E così via…Ecco quindi che, a mio avviso, “fare comune” può essere sintetizzato come una visione di più ampio respiro, che intende riportare il nostro territorio al concetto della Polis greca, dove ogni cittadino è promotore ed esecutore, al tempo stesso e in varie modalità, di azioni comuni finalizzate alla crescita dell’intero territorio comunale.

Hai un’idea o una proposta concreta che vorresti realizzare nei prossimi 5 anni?

Di idee ne ho in abbondanza, forse troppe: provo, per sinteticità, ad elencarne qualcuna.
Un’azione concreta può essere, ad esempio, la stipula di un accordo con l’azienda di trasporti di Benevento, al fine di far proseguire le corse di bus urbani, che attualmente terminano a Pace Vecchia, fino alle frazioni limitrofe di Pastene e Perrillo: con costi irrisori si permetterebbe, in tal modo, di collegare gli estremi del territorio comunale con il capoluogo provinciale mediante una decina di corse al giorno, con evidenti benefici per studenti, anziani, invalidi che necessitano di assistenza personale, etc.Ancora, la creazione di percorsi di cammino paesaggistico lungo i nostri boschi; la creazione di un percorso ciclabile presso il fiume Sabato; la creazione di un parco giochi e ristoro in Località Panelli, con il recupero paesaggistico della vallata sottostante la piazza e del ruscello che la attraversa; l’attivazione di un comitato di coordinamento delle tante pro-loco presenti sul territorio comunale, anche al fine di promuovere eventi nuovi e attrattivi come “il Palio dell’Angelo”, sulla falsariga del più noto Palio di Siena o del divertente Palio delle Oche di Campomarino…

Come pensi si possa ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni?

Dicevano i latini: “in nomen, omen”.

Se, infatti, con il termine “comune” noi intendiamo richiamare il concetto di Polis, con il termine “fare” intendiamo richiamare la via da percorrere per ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni: la buona volontà, l’attivismo, l’essere propositivi, la promozione dell’associazionismo sotto tutte le sue forme, la proattività, sono tutti richiami che hanno la finalità di risvegliare la cittadinanza, assopita da anni di stasi e di immobilismo, e ridonare fiducia alle istituzioni. E’ necessario, pertanto, suscitare nel cittadino quello stupore che, in un pluripremiato film di Benigni, faceva pronunciare al bimbo incredulo l’esclamazione “ma allora è vero!”

Un ricordo o un luogo di Sant’Angelo che per te rappresenta casa. E perché

Alle soglie dei 50 anni ripercorre la mente, con una vena di nostalgico ricordo degli anni giovanili, il belvedere di San Marco ai Monti e le comitive di noi giovani, provenienti da tutte le frazioni del comune con i nostri motorini, che si riunivano in quel punto panoramico per sfuggire dalla canicola estiva.Ed oggi, il vederlo in una tale situazione di abbandono, rimpiazza la vena di nostalgia con un sentimento di rabbia e frustrazione: il nostro comune ha davvero bisogno che la cittadinanza di riattivi in tutte le sue componenti e ripristini e migliori quanto di bello già c’è, c’è stato o ci potrà essere nel nostro comune!

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