Di Daniele Piro 

Buttare fumo negli occhi” significa ingannare o abbindolare qualcuno facendo credere cose false, come se si lanciasse fumo per confondere la vista. Il fumo e’ usato per nascondersi negli spostamenti sul campo di battaglia agli occhi dei nemici, viene usato dalle forze dell’ordine per disperdere i dimostranti, in passato era usato come mezzo di comunicazione fra gli indiani appostati fra le alture. Come non menzionare la dicitura “il fumo uccide” indicata sui pacchetti di sigarette in vendita. Ma c’è anche un fumo che emoziona, che fa battere forti i cuori e che avvicina nel suo piccolo ancor di più le genti alla Cristianità; è ovviamente la fumata bianca di Piazza San Pietro che annuncia la fine della “sedes vacans” con l’elezione del nuovo Vescovo di Roma. Evento raro visto che, tranne in pochi casi, i pontificati durano un decennio se non di più. Ieri l’evento in mondovisione si è ripetuto intorno alle 18. Dopo le due fumate nere delle prime votazioni, quasi a sorpresa, il comignolo posto sui tetti della Basilica si è circondato di un densissimo fumo bianco che ha fatto esplodere le decine di migliaia di fedeli accorsi speranzosi in Piazza. Il fumo, quel fumo che generalmente oscura, brucia, nasconde, disperde, uccide, ieri per una volta è diventato un simbolo di unione, aggregazione, speranza, gioia e sorrisi. Ha fatto suonare a festa le campane di tutte le Chiese, ha fatto sventolare vessilli e fazzoletti da parte delle migliaia di fedeli accorsi da ogni dove in Piazza San Pietro, ed ha fatto in un certo senso, fermare il tempo. Alzi la mano chi di noi ieri, alla visione della fumata bianca, non ha smesso di fare ciò che stava facendo, rapito da quella nube inquadrata dalle televisioni del mondo intero, attendendo con trepidazione e curiosità l’affaccio sul sagrato del nuovo Vescovo di Roma. Robert Francis Prevost, ora Papa Leone XIV dovrà continuare l’opera dei suoi predecessori in un contesto sociopolitico difficilissimo. Si spera che quella PACE “disarmata e disarmante” da lui più volte ripetuta nel discorso di saluto alla Piazza ed al Mondo intero, davvero non sia fumo negli occhi ma inossidabile realtà sapendo che “il numero di respiri che si fanno nella vita sono irrilevanti; ciò che conta sono i momenti in cui il respiro viene tolto”. Ieri il nuovo papa, nella sua emozione affacciato al loggione, di fiato corto e respiri mancanti ne ha avuti parecchi. Buon Lavoro Santità.

Scugnizzo69

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