Rubrica ideata e curata da Paola Francesca Moretti
Cos’è la destigmatizzazione nell’ambito della mediazione penale minorile?
La destigmatizzazione è un principio importante nel contesto della mediazione penale minorile, esso mira a ridurre il pregiudizio e la discriminazione nei confronti dei minori che hanno commesso reati, evitando che la loro immagine venga disprezzata dalla comunità. Il minorenne reo dev’essere aiutato a reintegrarsi nella società e a tale scopo va promosso un approccio più umano e comprensivo verso le problematiche legate alla giustizia minorile.Il principio di destigmatizzazione si fonda sull’idea che ogni individuo che si sia macchiato di un reato abbia diritto a essere trattato con dignità e rispetto, indipendentemente dai suoi errori passati. Tale principio ha come fondamento quello di tutelare l’identità sociale del minorenne, mediante il divieto di pubblicazione e divulgazione, attraverso qualsiasi mezzo, di foto o informazioni atte a consentire l’identificazione del minore implicato nel procedimento, in base a quanto previsto dall’art.13 del c.p.p. minorile. L’art. 33 del medesimo codice stabilisce che “l’udienza dibattimentale davanti al tribunale per le persone, per i minorenni, e per le famiglie è tenuta a porte chiuse”. Altresì sono previste limitazioni relative alle iscrizioni nel casellario giudiziale, e per preservare una percezione sociale positiva del minorenne reo, la polizia giudiziaria ha il dovere di adottare tutte le necessarie accortezze nell’esecuzione delle misure restrittive della libertà individuale.
Una delle preoccupazioni principali da parte del legislatore è quella di non nuocere al minore che ha commesso un reato.Le punizioni tradizionali spesso contribuiscono a rinforzare lo stigma sociale e possono avere effetti devastanti sullo sviluppo psicologico del minore. In tal senso il processo di mediazione penale minorile si focalizza sulla responsabilizzazione e sulla consapevolezza, permettendo al minore di riconoscere il danno causato e di lavorare per rimediare, senza la pressione di un marchio indelebile.
Da mediatore minorile considero il principio destigmatizzazione essenziale per garantire un riconoscimento imparziale e umano al minorenne reo. Ciò non solo sostiene il suo percorso di riabilitazione, ma contribuisce anche a costruire una società più inclusiva e tollerante, evitando di imprimere odiosi marchi sulla persona del minore che ha commesso un reato. Impariamo ad affrontare il fenomeno della devianza giovanile con tocco empatico. Tutti noi, specialisti del campo e non, possiamo davvero fare la differenza nella vita di questi giovani, offrendo loro una seconda possibilità.
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