Monumenti Aperti arriva per la prima volta in Campania, a Benevento e Cerreto Sannita, con un doppio weekend all’insegna della cultura e della riscoperta del patrimonio artistico e architettonico delle aree interne della regione. I luoghi sacri di Benevento apriranno le porte sabato 10 e domenica 11 maggio in un viaggio artistico e spirituale nel cuore del centro storico che unirà la chiesa del Santissimo Salvatore, tra le più antiche della città, e la chiesa barocca di San Domenico, dove annesso vi è il rettorato dell’Università degli Studi del Sannio.
Il fine settimana successivo, sabato 17 e domenica 18 maggio, nello splendido borgo di Cerreto Sannita (BN), celebre per la secolare arte della ceramica, protagonista il tour alla riscoperta delle chiese di Santa Maria di Costantinopoli, di Sant’Antonio, di Santa Maria dei Morti e di San Gennaro. L’arrivo di Monumenti Aperti rappresenta un’ulteriore opportunità di promozione e rilancio del patrimonio storico, artistico e architettonico della provincia di Benevento, di recente insignita della seconda stella Unesco con il riconoscimento della Via Appia Regina Viarum a patrimonio immateriale dell’umanità, della quale ancora oggi emergono pregevoli evidenze: dall’Arco di Traiano simbolo di Benevento al ponte Appiano nel territorio di Apice fino ad arrivare ad Aeclanum nella vicina Irpinia.
La manifestazione è organizzata dalle Acli provinciali di Benevento con la collaborazione del CSV Irpinia Sannio Ets, del Liceo Artistico IIS Virgilio di Benevento, del Liceo Classico dell’Istituto paritario “Luigi Sodo” di Cerreto Sannita e con il patrocinio della Provincia e del Comune di Benevento.
Monumenti Aperti. Coordinata su base nazionale dalla cagliaritana Imago Mundi OdV Monumenti Aperti è da quasi trent’anni la più importante manifestazione di valorizzazione del plurimillenario patrimonio culturale della Sardegna. Nata a Cagliari nel lontano 1997 grazie alla passione di un gruppo di giovani universitari, l’iniziativa è cresciuta anno dopo anno nell’Isola per poi attraversare il mare e abbracciare un numero crescente di comuni italiani. Un impegno che ogni anno coinvolge quasi ventimila studenti delle scuole di ogni ordine e grado, che raccontano un migliaio di luoghi della cultura dei nostri paesi e delle nostre città. Un grande movimento che non è sfuggito all’attenzione dell’Unione Europea che nel 2018 ha assegnato alla manifestazione l’importante Premio per il Patrimonio Culturale | Europa Nostra Awards in occasione del primo Vertice Europeo del Patrimonio Culturale proprio nell’anno dedicato al patrimonio culturale.
Nel 2025 Monumenti Aperti, in collaborazione con di un ampio partenariato proveniente dal terzo settore con una forte presenza delle ACLI, sbarca in grande stile su tutto il territorio nazionale, con la sola eccezione della Valle D’Aosta, grazie a un bando del Ministero del Lavoro finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale del Terzo settore e della responsabilità sociale delle imprese- Avviso n.2/2023.
800 monumenti, 87 città, 19 regioni: dal 3 maggio al 9 novembre 2025, Monumenti Aperti è pronta a celebrare il patrimonio culturale italiano con un evento diffuso che attraversa l’intero Paese, aprendo le porte di abbazie, castelli, chiese, musei etnografici e luoghi reconditi e poco conosciuti per un viaggio nell’anima nascosta del Bel Paese. Un itinerario corale tra storia, arte e comunità, che racconta la bellezza di un’Italia senza tempo, intrecciando memorie e identità in un’unica, grande narrazione collettiva.
Quest’anno la manifestazione si presenta sotto il titolo di “Dove tutto è possibile”, un invito a lasciarsi sorprendere, a guardare con occhi nuovi la nostra straordinaria eredità culturale, a creare connessioni tra passato e futuro. Perché ogni testimonianza artistica racconta non solo la sua storia, ma anche quella delle persone che l’hanno vissuta e la custodiscono con passione.
I MONUMENTI
Segnata a lungo dalla dominazione pontificia, nella cinta urbana di Benevento si attestò la proliferazione di oltre un centinaio di luoghi di culto. Tra questi, la chiesa del Santissimo Salvatore è annoverata tra le più antiche parrocchie della città. Gravemente danneggiata nei secoli a causa di varie scosse di terremoto, è una chiesa di origine altomedievale, come attestano documenti e recenti rinvenimenti archeologici venuti alla luce durante gli scavi condotti dalla Soprintendenza. Il terremoto del 5 giugno 1688 la danneggiò gravemente, ma venne ristrutturata e nuovamente consacrata dal cardinale Orsini (futuro papa Benedetto XIII). La chiesa del Salvatore, chiusa dopo il terremoto del 1962 per i gravi danneggiamenti subiti, è stata riaperta al culto nel 2001, al termine di un ciclo di restauri che le hanno restituito dignità e fascino. Attualmente dipende dalla parrocchia di Santa Sofia.
Poco distante, nel centro storico della città, è situata la chiesa barocca di San Domenico. Fondata nel 1233 da Roffredo Epifanio, famoso giurista beneventano della stirpe dei principi longobardi, annesso vi è un convento, oggi sede del Rettorato dell’Università degli Studi del Sannio. Epifanio fece dono di tutto ai Domenicani, che cedettero poi il convento alle monache del medesimo Ordine. Intorno a questo convento si trovavano varie chiese, tra cui quella dei Santi Simone e Giuda, che fu dei principi Morra: presso questa chiesa fu sotterrato un pozzo in cui furono sepolti più di 600 beneventani, periti, in una sola giornata, nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini. La chiesa fu completamente ricostruita dopo il terremoto del 5 giugno 1688: a posare la prima pietra fu il cardinale Orsini. Seguirono ulteriori danneggiamenti a causa di altri terremoti. Il suo giardino ospita l’Hortus Conclusus del maestro Mimmo Paladino.
A nord-ovest di Benevento c’è Cerreto Sannita, comune situato nell’alta valle del fiume Titerno, alle porte del parco regionale del Matese. Feudo della famiglia Sanframondo e successivamente dei Carafa, è la sede dei vescovi della diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti. Nel centro storico, ricostruito in seguito al terremoto del 1688, è possibile visitare la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, poco distante dalla cattedrale. Viene chiamata anche “chiesa della Congregazione” perché in essa ha sede la Congrega della purità della Beata Vergine o della Madonna di Costantinopoli, che per secoli è stata la confraternita laica più ricca della cittadina. Essa infatti possedeva il Monte di Pietà e gestiva una consistente parte della produzione e del commercio dei panni lana cerretesi. La sua edificazione, approvata nel 1617, si deve alla forte volontà del frate cappuccino Ruffino da Napoli.
La chiesa di Sant’Antonio, situata nel centro storico dell’antica Cerreto, è intitolata al patrono del comune. Annessa originariamente a un convento, essa risale al 1240, subito dopo le morti di San Francesco e Sant’Antonio. La chiesa trovava posto a sinistra del convento ed era molto grande, a giudicare dagli altari e cappelle che vi sorgevano. Tra queste la più importante era sicuramente la cappella del Tesoro, fondata da padre Cesare De Laurentiis, cerretese e Maestro dell’Ordine, la cui costruzione iniziò nel maggio del 1625. Distrutta dal terremoto del 1688, la chiesa venne ricostruita seguendo il nuovo piano urbanistico ideato da Giovanni Battista Manni. Nonostante la devozione dei cerretesi verso Sant’Antonio da Padova fosse antica e documentata già nel 1616, venne dichiarato ufficialmente Patronus Principalis di Cerreto Sannita nel 1731 da mons. Baccari. Un altro terremoto, nel 1805, causò danni ingenti fino ai giorni nostri.
Le prime notizie di una chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria nella Cerreto antica sono documentate già nel 1334, anno in cui viene fusa una campana. La chiesa svolge funzioni parrocchiali sino al 22 febbraio 1544, data in cui il vescovo Alberico Giaquinto – con il consenso del feudatario Diomede Carafa e dell’Universitas – dispone la soppressione delle cinque parrocchie esistenti a Cerreto vecchia, erigendo la chiesa di San Martino a collegiata. Nel 1587 la chiesa di Santa Maria diventa sede di una confraternita intitolata a “Gesù e Maria”. Rasa al suolo dal terremoto del 1688, fu ricostruita ex novo su progetto di Giovanni Battista Manni.
Della chiesetta di San Gennaro nella antica Cerreto si hanno poche notizie, tanto che risulta già completamente distrutta entro la fine del XVI secolo poiché, a partire dalla visita vescovile del 1599, non se ne fa più menzione. L’attuale chiesa di San Gennaro fu voluta nel nuovo tessuto urbanistico di Cerreto Sannita dai coniugi Giuseppe Giamei ed Elisabetta Biondi che, nel 1722, manifestarono dinanzi al notaio cerretese Lorenzo Mazzarelli la volontà di costruire un tempio da intitolare ai santi Gennaro e Liborio.  Nel 1927 la chiesa fu dichiarata monumento nazionale grazie alle iniziative di sensibilizzazione di un comitato civico che chiedeva il restauro dell’edificio. Dal 1998 ospita la sezione di arte sacra del museo civico e della ceramica cerretese.
Tutti gli approfondimenti su monumentiaperti.com.
INFORMAZIONI UTILI
I monumenti saranno visitabili gratuitamente sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00. Si precisa che, in tutti i monumenti e nei siti segnalati, la visita guidata è assicurata o dagli studenti o da personale esperto o dai rappresentanti dell’associazionismo locale. Per la visita ai siti si consigliano abbigliamento e scarpe comode. Le visite alle chiese saranno sospese durante le funzioni religiose. È facoltà dei responsabili della manifestazione limitare o sospendere in qualsiasi momento, per l’incolumità dei visitatori o dei beni, le visite ai monumenti. In alcuni siti la visita potrà essere parziale per ragioni organizzative o di afflusso.
Le visite alla chiesa saranno sospese durante le funzioni religiose.
Per la visita ai siti si consigliano abbigliamento e scarpe comode. È facoltà dei responsabili della manifestazione limitare o sospendere in qualsiasi momento, per l’incolumità dei visitatori o dei beni, le visite ai monumenti. In alcuni siti la visita potrà essere parziale per ragioni organizzative o di afflusso.
LE ISTITUZIONI ADERENTI
Come avviene ininterrottamente dal 2008, il progetto Monumenti Aperti anche quest’anno ha ricevuto la Medaglia di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana.
L’edizione 2024 si tiene con i prestigiosi patrocini del Senato della Repubblica, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Camera dei Deputati, del Ministero della Cultura, del Ministero del Turismo. Particolarmente importante è anche il patrocinio del Parlamento Europeo, ricevuto lo scorso anno per la seconda volta e ora rinnovato.
Il Presidente di Imago Mundi Massimiliano Messina dichiara: “Monumenti Aperti giunge alla ventinovesima edizione, e si fa sempre più vicina la tappa importante, fondamentale, della trentesima. Sarà infatti un anno speciale, il prossimo, come speciale è questo in corso, su più fronti. Soprattutto perché lo sviluppo della dimensione nazionale ha assunto connotati di grande rilevanza, grazie proprio al progetto finanziato dal Ministero del Lavoro che, in collaborazione con le ACLI regionali insieme a numerosi operatori culturali, ci consente di essere presenti e realizzare la manifestazione in quasi tutte le regioni italiane. La manifestazione è un grande spazio di valorizzazione del nostro patrimonio dove i sogni diventano realtà aperte a infinite possibilità, per scuole, associazioni, studenti e studentesse, volontari e volontarie, Comuni e comunità, i protagonisti storici della manifestazione”.

RICONOSCIMENTI
Monumenti Aperti ha ricevuto nel 2018 il Premio dell’Unione europea per il Patrimonio Culturale/Europa Nostra Awards, il massimo riconoscimento europeo nel settore, per la sezione Istruzione, Formazione e Sensibilizzazione, consegnato in occasione del primo vertice europeo del patrimonio culturale a Berlino. Imago Mundi OdV è entrata a far parte della rete pan-europea per il patrimonio culturale Europa Nostra nel 2017.
Nel 2023, sempre con il progetto Monumenti Aperti, Imago Mundi è stata finalista a Stoccolma del prestigioso Social Innovation Tournament, la competizione della Banca di Investimento Europea dedicata ai migliori progetti di innovazione sociale d’Europa. La partecipazione ha fruttato la membership del SIT Alumni, il network dedicato ai finalisti. Inoltre, è inserita nel recentissimo progetto “Il turismo delle radici”, del Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, che intende sensibilizzare le comunità locali sul tema dell’emigrazione italiana e dei viaggi delle radici. Infine, il MiC inserisce da anni Monumenti Aperti nella propria programmazione annuale delle Giornate Europee del Patrimonio (GEP/EHD).

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