Roberto vide Teri da lontano e la chiamò ma lei non poteva sentire a causa dello scampanellìo delle pecore e si fermò un attimo a contemplare, quel
“Ciufforosso” e la sua esile personcina in mezzo alle pecore che, immerso nel verde intenso dei monti sembrava un bellissimo quadro.
Quando Teri lo vide ne rimase sorpresa e felice, anche perché finalmente poteva scambiare qualche parola con quel pastorello improvvisato perché nei pascoli era sempre da sola, piano piano, giunsero a casa, chiusero il gregge nell’ovile e poi si riunirono tutti per la cena.
L’indomani era domenica e Teri propose a Roberto di andare a vedere una bellissima cascata, Elvira le raccomandò di non percorrere il
“sentiero maledetto” perché temeva che si mettessero in pericolo, ma Teri scelse proprio quel percorso perché era una scorciatoia ma lo dovettero percorrere tenendosi per mano e rallentando nei punti più pericolosi.
Roberto le chiese perché lo chiamavano “maledetto” e Teri gli raccontò che una volta, a un pastorello fuggì una pecora proprio su questo sentiero, era quasi sera e, nel rincorrerla, mise male un piede, perse l’equilibrio e precipitò nel burrone.
Da allora, certi pastori giurano di aver udito come un lamento provenire dal burrone e dicono che è l’anima del pastorello che avvisa del pericolo che si corre nel passare di lì col gregge.
Finalmente arrivarono, era una cascata meravigliosa, non ci si poteva stancare di guardarla, l’acqua cristallina che si infrangeva sulle rocce circondate da erba di un verde brillante costellata di fiorellini, dava un’indescrivibile sensazione di pace, si sedettero sulle rocce a contemplare tanta meraviglia.
Dopo un lungo silenzio, la ragazza disse : – a cosa stai pensando?…… Se ci fosse qui Katia?
Lui rispose : hai indovinato ma, purtroppo non è possibile.
Teri si ricordò dei panini che aveva portato con sé, dopo quella camminata l’appetito si faceva sentire e li divorarono in un baleno, si dissetarono a una fonte di acqua limpida e freschissima, si fermarono ancora a lungo a guardare quell’angolo di paradiso, poi, si incamminarono per il ritorno ma fecero un sentiero meno pericoloso.
Nei giorni che seguirono, Roberto ebbe modo di visitare molti altri bellissimi luoghi insieme a Mario, il quale era una guida esperta e, le camminate, l’aria frizzante di montagna e il buon cibo, ebbero l’effetto desiderato nel recupero delle forze, del colorito e della sua buona salute.
In paese c’era già qualche villeggiante e i due amici vi scendevano spesso di sera per passare qualche ora in compagnia, una sera, uscendo dal bar, videro arrivare un ragazzo e Mario disse : meno male che ce ne stiamo andando, perché quello è un bullo con tre soldi che si crede di essere chissà chi e importuna tutte le ragazze, ho anche saputo che ha messo gli occhi su Teri ma una sera l’ho fermato e gli ho detto detto di non pensarci nemmeno, se non voleva finire male. Da allora le gira al largo ma non mi va di incontrarlo.

Katia, intanto, era felice e serena perché ogni giorno riceveva le lettere di Roberto e la sera, anche se era molto stanca, non andava a letto prima di avergli scritto una risposta,frasi dolci che solo gli innamorati sanno dire e, prima di coricarsi, guardava la sua stella dalla finestra e mandava un bacio soffiandolo sulla mano.

Per l’occasione della festa del paese, Teri si era presa un vestitino nuovo, ne aveva veramente bisogno perché era cresciuta e gli altri abiti le erano diventati corti. L’aveva trovato come piaceva a lei, verde con qualche fiore bianco e, quando lo provò davanti allo specchio, ne fu veramente soddisfatta, il contrasto con i suoi capelli rossi e gli occhi chiari, la facevano sembrare una figuretta da copertina.
Roberto si offrì di accompagnarla alla festa perché Mario doveva andarci con la sua ragazza, Teri era felicissima! Avrebbe fatto morire di gelosia le sue amiche facendosi vedere con quel ragazzo così bello dai dai capelli neri come le more, era sicura che sarebbe stata molto ammirata, infatti, accadde ciò che aveva pensato, insieme facevano una bella coppia e tutti si giravano a guardarli.
Roberto le offrì un gelato e si incamminarono in mezzo alla folla, si fermarono a guardare uno strano tavolino con dei burattini meccanici che lavoravano, uno faceva il calzolaio, uno il sarto, un altro il barbiere e così via, vederli in movimento tutti insieme, facevano ridere.
In quel momento, Roberto si sentì toccare una spalla, si voltò e vide Gino, un suo paesano che gli chiese come andava la convalescenza, lui era in visita da una parente approfittando della festa, poi gli fece tanti auguri e lo salutò dicendo che avrebbe raccontato del loro incontro a suo padre.
Quando Gino se ne fu andato, Roberto spiegò a Teri che era bracciante che lavorava, a volte, anche per loro e aveva una figlia di nome Ester, che non era una ragazza molto tranquilla.
Non andò oltre, ma pensò a Ester che si era presa una sbandata per lui e lo corteggiava, ma non era proprio il suo tipo e poi era molto pettegola, qualità che a lui non andava giù, scosse il capo mandando via il pensiero, diede qualche soldo al burattinaio e si incamminarono verso casa.

… Continua…

Ph Letizia Ceroni

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