Di Paola Francesca Moretti 

C’era una volta un bambino di nome Samuele, uno scricciolo di 9 anni che viveva in un paesino abbarbicato alle pendici del monte Ruben. Samuele era affetto da autismo, una condizione che lo portava a percepire il mondo in un modo unico e singolare. Mentre molti bambini della sua età si cimentavano in giochi all’aperto o nelle interazioni con i coetanei, Samuele trovava la sua dimensione nella musica, in particolare suonando il pianoforte.
Da subito Samuele dimostrò una particolare affinità per le note. I suoi occhi puntavano il pianoforte ogni volta che entrava nella sala da musica della scuola. Lì, lo strumento musicale rappresentava una modalità di espressione, dando libero sfogo alle emozioni. Le sue dita danzavano sui tasti bianchi e neri, creando motivi che trasmettevano i propri stati d’animo: allegria, paura, stupore…
Tuttavia, la strada per Samuele non era sempre in salita. A scuola, i compagni lo guardavano spesso con diffidenza, non comprendendo la sua tipicità. Ma quando si sedeva al pianoforte, tutto cambiava. Le sue melodie, cariche di sentimento e originalità, riuscivano a catturare l’attenzione di tutti. La musica diventava un ponte tra lui e gli altri, una forma di comunicazione che superava le barriere dell’autismo.
A fine anno, la scuola organizzò un saggio di musica. I genitori di Samuele decisero di farlo partecipare, animati dalla speranza di condividere la passione del figlio con il resto della comunità. Durante la sua esibizione, il pubblico rimase incantato; le sue note raccontavano storie che andavano oltre le parole. Quando terminò, un applauso scrosciante riempì la sala, un momento carico di significato perché a Samuele venne riconosciuto non solo il diritto di esistere nel suo essere speciale, ma anche di farsi ascoltare.
La musica del bambino, frutto della sua sensibilità unica, divenne un simbolo di inclusione e sintonia. Attraverso il pianoforte, Samuele riuscì a dimostrare a tutti che le differenze possono dar vita ad armonie meravigliose, capaci di aprire le menti e andare oltre.

L’autismo non è una disabilità, è una differente abilità. Stuart Duncan

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