I giorni e i mesi spensierati per loro, volavano via.
Un mattino, Katia si era appena alzata quando si sentí chiamare, scesa in cortile, vide la mamma di Roberto sconvolta, le disse che un po’ prima dell’alba avevano portato Roberto all’ospedale perché stava male, ma purtroppo per il momento non si sapeva nulla.
A mezzogiorno Katia non mangiò, pianse tanto e pregò con fervore perché tutto andasse bene, poi, nel pomeriggio andò a trovarlo e seppe che aveva la febbre di tifo e che avrebbe dovuto restare in isolamento per un periodo di tempo.
Dovette accontentarsi di vederlo sbirciando attraverso la porta mentre entravano e uscivano le infermiere, ma, anche se la degenza si prospettava lunga era serena perché le era stato assicurato che non c’era nulla da temere.
Così passava i suoi giorni lavorando ma con il pensiero sempre là, vicino a lui fino al giorno in cui terminò l’isolamento e potè andare liberamente a fargli visita.
Lo trovò molto pallido e dimagrito ma felice perché, anche se doveva restare ancora un po’ in osservazione, il peggio era passato e poteva vedere tutti i giorni la sua adorata Katia.
Un giorno, quando puntualmente arrivò per la visita, al capezzale di Roberto c’era una persona che lei già conosceva ; era Mario, un commilitone col quale era rimasto amico anche dopo la naia e che, non appena era venuto a conoscenza della sua malattia si era recato a trovarlo.
Katia li colse in piena discussione, uno diceva sì e l’ altro diceva no, visto il suo stupore, la misero al corrente dell’argomento su cui stavano discutendo.
Siccome Mario abitava in montagna, stava cercando di convincere Roberto, una volta dimesso dall’ospedale, a trascorrere la convalescenza a casa sua, l’ aria pura della montagna gli avrebbe fatto molto bene.
Roberto aveva già visto quel luogo anche se solo di passaggio, la volta che andò a prendere Mario per il rientro in caserma dopo una breve licenza fatta nello stesso periodo e sarebbe stato felice di soggiornare in quel paese incantevole circondato da un paesaggio stupendo ma non voleva arrecare disturbo, lui era generoso nel dare e molto schivo nel prendere ma, alla fine, non riuscì a sottrarsi alla insistenza dell’amico e non potè rifiutare quell’invito fatto con tanta generosità e poi Mario si sentiva in debito con lui.
La campagna dove viveva e lavorava Roberto era bellissima, rigogliosa e dava sempre raccolti abbondanti, Mario l’aveva notato nei suoi brevi soggiorni,
la sua era una famiglia di pastori e, per quanto fosse stupenda la montagna dove vivevano, nella stagione invernale non c’era abbastanza foraggio per le pecore, così, dopo averne parlato con suo padre, decisero di chiedere il permesso di portare lì il gregge per la transumanza.
Mario e suo padre, si recarono a casa di Roberto dove furono accolti con gioia e, finito il pranzo dove poterono gustare le buone tagliatelle fatte in casa, un arrosto di tacchino da leccarsi i baffi per non parlare di salame e prosciutto, il tutto annaffiato da buon lambrusco, i due amici si recarono a fare visita a Katia, mentre i loro genitori si recarono a vedere la campagna, i seminati e la stalla.
Il papà di Mario era talmente entusiasta ed ammirato che quasi si era scordato il motivo della visita ma poi, preso il coraggio a due mani disse :- signor Vittorio, sono venuto con mio figlio per chiederle un grande favore. Se lei, durante la stagione invernale potesse cedermi un campo per fare un ovile e portare le mie pecore per la transumanza gliene sarei veramente grato, naturalmente pagandole il disturbo.
Il signor Vittorio, invitò il padre di Mario a discuterne davanti a un bicchiere di vino, così venne a conoscenza dei disagi dell’inverno per il gregge che mettevano tutta la famiglia in grave difficoltà e, dopo aver ascoltato, rispose che non c’era alcun problema, avrebbe accolto il gregge e non solo, visto che la casa colonica era grande, ci sarebbe stato un alloggio anche per lui, inoltre non voleva alcun compenso, si sarebbe accontentato di un po’ di lana e qualche formaggella.
Dopo quella visita, Mario e suo padre tornarono per costruire il recinto e il riparo per il gregge e l’amicizia tra i due commilitoni si rafforzò.
La transumanza richieste un po’ di tempo, visto che la strada che li separava era parecchia e, quando arrivarono e si sistemarono, poterono finalmente tirare un sospiro di sollievo.
La sera, le famiglie si riunivano nella stalla, al caldo, facevano lunghe chiacchierate e qualche partita a carte, il tutto accompagnato da un buon lambrusco che aiutava nella stagione fredda, a scaldare cuori e atmosfera.
Era per questo motivo che Mario si sentiva in debito e non avrebbe accettato un rifiuto alla sua offerta, fatta con tutto il cuore e, alla fine, ebbe partita vinta ; Roberto sarebbe andato a casa sua, in quel meraviglioso posto di montagna, sicuro che sarebbe stato accolto come uno della famiglia.
Anche i genitori di Roberto pensarono che fosse un’ottima soluzione che gli avrebbe giovato non poco alla salute, così da poter riprendere al più presto il lavoro nei campi per il quale erano necessarie robuste braccia.
Ancora una volta avrebbero dovuto separarsi, Katia dovette rassegnarsi perché la partenza era necessaria.
Prima di partire, lui le aveva sussurrato : lo sai che ti amo e tutte le sere guarderemo la nostra stella, sarà il nostro appuntamento e i baci che ci manderemo a vicenda, si incontreranno nell’aria raggiungendo l’infinito
.. continua….
Ph Letizia Ceroni