Di Daniele Piro

La prima volta che l’ho vista nevicava. Mamma mi aveva proposto di andare a trovare una sua amica su in collina, a Santa Maria a Toro ed io, da sempre amante della neve, avevo subito detto di si immaginando il paesaggio lassu’ fra le colline che da ragazzo mi avevano visto scorazzare fra corse col motorino e tuffi nella piscina di San Marco ai Monti.
“Viene anche la figlia di Maria Pia.”
“Chi? Giulia? Quella tipa pazza e simpatica con i maglioni extralarge che canta mentre stende i panni fuori al balcone?”
“No; la sorella, Rachele, quella piu’ grande, cosi’ la conosci. E’ brava a restaurare, dipingere e Pina (la signora che abitava a S.Maria a Toro) le ha chiesto un lavoro da fare in casa”.
In macchina non ci eravamo quasi parlati; d’altronde io ero uno sbarbatello ventenne e lei, nonostante sembrasse uno scricciolo per quanto era magra, era molto piu’ grande. E poi nevicava. A me bastava questo, figuriamoci se pensavo a chi c’era in macchina con noi. La villa di Pina lassu’ con vista sulla pianura Beneventana, aveva assunto toni fiabeschi sotto i fiocchi che continuavano a scendere.
Mi ero isolato in giardino inebriandomi in quel paesaggio cosi’ candido ed ovattato.
Poi arrivo’ lei, indecisa se scendere le scale scivolose per il ghiaccio.
“Tua mamma e’ dentro, stanno bevendo un the'”, mi disse. Provo’ a scendere uno scalino ma aveva paura. Le corsi incontro e le tesi una mano per aiutarla a scendere.
Rimanemmo cosi’….sottobraccio in giardino, passeggiando sotto la neve quasi in silenzio, sussurrandoci timidamente qualche parola. Buffo no? Due sconosciuti divisi da tanti anni di eta’ che camminavano sottobraccio per paura di non cadere, senza parlare e che probabilmente si interrogavano fra loro su che cacchio ci facessero li, sotto la neve.
Tornammo a Benevento di nuovo senza parlare.
Non la vidi più per qualche anno. Vivevo gia’ a Legnano e la mia vita scorreva felice e spensierata. Un Natale, scesi a Benevento per il periodo festivo e tornando a casa da una passeggiata in mezzo al Corso me la ritrovai nel salone che conversava con mia mamma .
“Ciao”
“Ciao”. Piu’ nulla.
Ci ritrovammo a scendere insieme in ascensore piu’ tardi. Nel breve tragitto da casa mia a casa sua (2 palazzi divisi solo da una stradina) chiacchierammo, e poi ancora, ancora ed ancora sotto al suo portone come se ci fossimo lasciati la sera prima.
Faceva freddo ed, ironia della sorte, aveva iniziato a nevicare.
“Ma noi ci vediamo sempre quando nevica”
“Ci piace il freddo”, risposi.
Era nata un’amicizia.
Per qualche anno diventai il suo confidente in quelle rare volte che ci vedevamo nelle mie gia’ sporadiche discese a BN.
Ci raccontavamo di noi, dei matrimoni, delle figlie Giulia e Laura che avevo visto nascere, idem lei con i miei, dei suoi lavori a Roma dove si recava spesso per lunghi periodi, mi faceva vedere le foto delle chiese o dei palazzi che aveva restaurato. Spesso ci salutavamo anche solo parlandoci dai balconi delle nostre abitazioni poste una di fronte all’altra. Ed avevamo scoperto di avere una passione in comune: le canzoni di Pino Daniele.
Poi la vita ed i tanti km di distanza affievolirono i nostri gia’ effimeri incontri e ci siamo persi per anni.
Poi arriva il maledetto giorno in cui il telefono sulla mia scrivania in ufficio squilla e sento la voce di mia mamma che mi dice solo: Dany, Kelly non c’è più, (io la chiamavo cosi’) se ne e’ andata”. Un brutto male l’ha sottratta all’affetto della sua splendida famiglia, di un marito premuroso e delle sue meravigliose figlie. L’ avevo rivista lo scorso Natale dopo tantissimi anni senza avere avuto piu’ sue notizie se non tramite mamma (che mi aveva tempo prima informato della sua malattia) e qualche “ciao come va” al volo scritto distrattamente sul cellulare. Se n’e’andata ed io mi sento un po’ piu’ solo, piu’ triste, piu’ vuoto.
Lassu’ adesso di sicuro sara’ abbracciata alla sorella; gia’, quella pazza simpaticona di Giulia con i maglioni extralarge che cantava mentre stendeva i panni fuori il balcone e’ morta 25 anni fa, nel pieno della sua gioventu’, per lo stesso male.
Un beffardo scherzo del destino le ha fatte riunire. Mi piace pensare che il dolore che hanno lasciato qui in terra si sia per loro trasformato in gioia, perche’ adesso le immagino lassu’, unite insieme in un abbraccio eterno, senza fine.
Ciao Kelly.
Ogni tanto lassu’ fatti una cantata con Pinuccio che tanto ti piaceva sulle note di “Resta, resta cu mme’ “, la canzone che ha fatto da colonna sonora alla nostra amicizia strana, spontanea, pura e piena di ricordi meravigliosi.
E tu Giulia sorridi, non sei piu’ sola. Kelly e’ arrivata e non ti lascera’ piu’.
Vi voglio bene, come ieri, come oggi, come domani, come sempre.
….e quando mi capiterà di tornare a Benevento guarderò con struggente malinconia quel balcone di fronte la mia finestra e ricorderò sorrisi sbucare da larghi maglioni, panni stesi e dolci melodie.

pH Freepik senza royalty

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.