Di Daniela Piesco Direttore Responsabile
Benevento – Si è tenuto questo pomeriggio un importante incontro elettorale in cui Alleanza Verdi e Sinistra ha presentato ufficialmente i suoi due candidati al Consiglio Regionale della Campania per le elezioni del 23-24 novembre: Lucio Ferella di Sinistra Italiana e Pina Fontanella di Europa Verde, entrambi in corsa a sostegno del candidato presidente Roberto Fico.
Lucio Ferella: dalla provincia al centro della politica regionale
Lucio Ferella, ex sindaco di Baselice, un piccolo comune del Fortore ai confini con la Puglia, porta nella sua candidatura l’esperienza concreta di chi ha amministrato un’area interna. “Sono nato, cresciuto a Baselice, me ne sono andato per studiare e lavorare, poi sono tornato”, ha raccontato Ferella. “Con un gruppo di amici abbiamo deciso di fare politica, creando dal nulla una lista per le comunali. Siamo stati eletti per un mandato”.
Il candidato ha sottolineato con forza il suo impegno per la gestione totalmente pubblica dell’acqua, essendo stato l’unico sindaco del Sannio a presentare ricorso al TAR contro la sostanziale privatizzazione dell’acqua nella provincia. “Non è stato semplice. Ho dovuto denunciare alcune ditte, ci sono stati tentativi di intimidazione, hanno minacciato mio padre”, ha rivelato. “Ma non mi sono fermato. Credo fermamente nella trasparenza degli appalti”.
Le battaglie per le aree interne
Ferella ha illustrato le problematiche che intende portare in Consiglio Regionale, a partire dai trasporti: “Trent’anni fa mi alzavo alle 5 del mattina per arrivare a Napoli alle 9 e in facoltà alle 10:30. Dopo trent’anni è ancora così. Quel treno della domenica sera che c’era , non ci sarà più. I trasporti per chi studia nel resto della Campania sono gratuiti, per noi del Fortore non ci sono e la stragrande maggioranza sono a pagamento”.
Un altro tema cruciale è quello dell’edilizia popolare: “A Baselice avevamo edifici di edilizia popolare abbandonati da 40 anni. Abbiamo scoperto che non erano nemmeno accatastati. È stata una battaglia durata un anno per farli riconoscere. “Gli inquilini erano per ogni edificio di 8-10 famiglie. Erano diversi edifici, per due abbiamo risolto, un terzo solo parzialmente”
Pina Fontanella: ambiente, sanità e cura del territorio
Pina Fontanella, logopedista e portavoce provinciale di Europa Verde, ha incentrato il suo intervento su tre pilastri: ambiente, sanità e welfare.
“Ho voluto fortemente candidarmi perché vedo intorno a me una trasandatezza che non riesco più a sopportare”, ha dichiarato con passione. “Non c’è cura per l’ambiente, non c’è cura per le persone, non c’è cura per i bambini, non c’è cura per gli anziani. La mia parola chiave è cura e rispetto”.
L’emergenza sanitaria post-COVID
Da professionista della salute, Fontanella ha denunciato le gravi carenze del sistema sanitario: “Dopo il COVID c’è stato un aumento vertiginoso delle patologie dello sviluppo nei bambini. Per avere una diagnosi neuropsichiatrica infantile a Benevento ci vogliono 12 mesi di attesa. E se la diagnosi non è fatta da una struttura pubblica, non dà diritto alla riabilitazione nelle strutture pubbliche”.
Ha poi evidenziato la situazione dei caregiver familiari: “Ci sono disabili che nascono con gravi disabilità e restano a carico della famiglia per tutta la vita. I familiari che se ne prendono cura sono al 60% donne, che rinunciano al lavoro, alla vita sociale, a tutto. Nessuno dà valore a questo lavoro, che invece ha un valore sociale enorme”.
La questione ambientale
Sul fronte ambientale, Fontanella ha lanciato l’allarme sul consumo di suolo: “La Campania è al terzo posto come regione per consumo di suolo, consumato sia con l’eolico selvaggio sia con le grandi distese di pannelli solari su suolo agricolo. Se consumiamo il suolo che serve per produrre cibo o per assorbire le acque piovane, poi non possiamo meravigliarci se ci sono alluvioni”.
Ha ricordato la proposta del contratto di fiume già avanzata nel 2021: “È l’unico modo per gestire i corsi d’acqua. Prevede un’alleanza tra tutti i sindaci dei paesi che il fiume percorre, che si impegnano a controllare gli sversamenti illeciti e a tenere pulite le rive”.
Lavoro e riconversione ecologica
“La riconversione energetica è una grande occasione per creare lavoro”, ha sottolineato Fontanella. “I giovani se ne vanno perché non c’è lavoro, non c’è prospettiva. Quando tornano dall’università cosa devono fare? Non tutti hanno famiglie con studi privati che possono inserirli. Il lavoro va creato, nelle zone interne e a Benevento”.
Un programma concreto per la Campania
L’incontro ha messo in evidenza il lavoro programmatico svolto da Alleanza Verdi e Sinistra. Come sottolineato dal coordinatore provinciale, il programma è stato presentato ufficialmente il 31 agosto e successivamente illustrato ai tavoli di lavoro del candidato presidente Fico, articolato in cinque aree tematiche:
Salute, welfare, pari opportunità e sicurezza
Ambiente, transizioni ecologiche e agricoltura
Trasporti, infrastrutture, aree interne e governo del territorio
Lavoro e sviluppo economico sostenibile
Cultura, istruzione, università e ricerca
L’impegno etico
Al termine della presentazione, entrambi i candidati hanno firmato pubblicamente la Carta di Avviso Pubblico, l’associazione che combatte mafie e corruzione, impegnandosi anche a onorare la “lista dei temi” lanciata dal coordinamento di Libera, che va dall’utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie alla lotta al gioco d’azzardo.
“Non vogliamo essere giustizialisti”, hanno spiegato, “ma vogliamo ricordare che le liste pulite sono il primo argine per combattere corruzione e mafie. Come diceva don Milani: la buona politica non si fa con le mani in tasca, ma tenendo le mani pulite”.
Con lo slogan “Prendiamoci cura della Campania”, Alleanza Verdi e Sinistra si presenta come forza progressista che coniuga giustizia sociale e ambientale, nel campo largo del centrosinistra, puntando su trasparenza, partecipazione e un modello di sviluppo sostenibile per tutta la regione.
Le conclusioni dell’incontro: una scommessa controcorrente in tempi di disaffezione
L’analisi politica
L’incontro elettorale di Alleanza Verdi e Sinistra al Rione Libertà di Benevento si è configurato come un momento significativo, non tanto per i numeri – che in una campagna elettorale regionale restano inevitabilmente contenuti – quanto per il metodo e il messaggio veicolato.
Una candidatura che parte dal basso
Ciò che emerge con forza è la scelta di presentare candidature territoriali autentiche: Lucio Ferella non è un politico di professione ma un amministratore locale che ha già pagato personalmente il prezzo dell’impegno civile, con intimidazioni e minacce. Pina Fontanella porta in dote l’esperienza quotidiana di chi lavora nel sociale e vede ogni giorno le falle del sistema. Non volti calati dall’alto, dunque, ma espressioni genuine del territorio.
Questa scelta, per quanto apprezzabile sul piano etico, pone tuttavia un interrogativo politico: in un sistema regionale dominato da logiche notabiliari e da candidature “forti” legate a potentati locali, quanto spazio elettorale può conquistare una lista che candida sinceramente persone “normali”?
Il dilemma della visibilità
Lo ha ammesso candidamente Tonino Scala durante l’incontro: “Non troverete i nostri candidati negli spot elettorali o sui pullman. Abbiamo una sola cosa: il passaparola, il casa per casa”. È una dichiarazione di onestà intellettuale, ma anche la fotografia impietosa di un gap di risorse che rischia di rendere questa battaglia più testimoniale che competitiva.
In una provincia come Benevento, dove il peso dei voti personali e delle reti clientelari resta determinante, Alleanza Verdi e Sinistra si presenta con un programma articolato (presentato ai tavoli regionali già ad agosto) ma con una macchina elettorale che è, per stessa ammissione, limitata nelle risorse.
Il tema dell’astensionismo: vera sfida o alibi?
Particolarmente significativo è il passaggio in cui si fa riferimento ai sondaggi che prevedono un 55-56% di astensionismo in Campania. L’appello diventa quindi duplice: non solo votare Alleanza Verdi e Sinistra, ma convincere chi non vota che “la politica serve ancora”.
È qui che si misura l’ambizione ma anche il limite di questa proposta. Da un lato c’è la coerenza programmatica su temi cruciali (sanità pubblica, trasporti, aree interne, ambiente), dall’altro la difficoltà oggettiva di intercettare un elettorato deluso e distante. L’idea di “adottare un elettore indeciso” è suggestiva, ma richiede una capillarità organizzativa che difficilmente una lista minore può garantire.
Il posizionamento nel “campo largo”
Alleanza Verdi e Sinistra si colloca nel centrosinistra a sostegno di Roberto Fico, ma mantiene una identità netta e riconoscibile: acqua pubblica, no alla privatizzazione della sanità, contrasto al consumo di suolo, tutela delle aree interne.
Questo posizionamento “alla sinistra del campo largo” ha un suo elettorato potenziale – quello più sensibile ai temi ambientali e della giustizia sociale – ma deve fare i conti con la frammentazione che storicamente penalizza le forze minori nel sistema elettorale regionale campano.
Le criticità del messaggio
Sul piano comunicativo, emergono alcune fragilità. Gli interventi, per quanto sinceri e appassionati, hanno peccato talvolta di eccessiva lunghezza e tecnicismo. Ferella, nel raccontare le battaglie amministrative a Baselice, ha toccato temi importanti (edilizia popolare, trasporti, appalti trasparenti) ma con un linguaggio che rischia di restare confinato a chi già condivide quelle sensibilità.
Fontanella ha portato l’esperienza professionale nel dibattito politico – scelta preziosa e rara – ma anche in questo caso il messaggio, per quanto pregnante sui disservizi della neuropsichiatria infantile o sul ruolo dei caregiver, richiede un pubblico già sensibilizzato.
I punti di forza: coerenza e credibilità
Ciò che distingue questa proposta è la firma della Carta di Avviso Pubblico e l’impegno sulle “liste pulite”. In un territorio, come quello campano, dove il tema della legalità e del contrasto alle infiltrazioni criminali resta centrale, questa scelta non è scontata e rappresenta un elemento di credibilità.
Anche la critica al governo nazionale – emersa nell’intervento conclusivo su legge sicurezza, autonomia differenziata, tagli al Sud – intercetta un sentimento diffuso nel Meridione, ma resta da capire se questo sia sufficiente a tradursi in consenso elettorale per una lista che non ha Fico come capolista ma due candidati locali meno noti.
La prova del voto
Il 23-24 novembre ci dirà se questa scommessa controcorrente – candidature pulite, programma dettagliato, campagna povera di mezzi ma ricca di contenuti – può conquistare uno spazio significativo in Consiglio Regionale.
Realisticamente, Alleanza Verdi e Sinistra punta a consolidare una rappresentanza che possa portare in aula temi oggi marginali nell’agenda politica campana: la riconversione ecologica, la sanità territoriale, la mobilità sostenibile, la dignità delle aree interne.
Il vero test non sarà solo il numero di voti, ma la capacità di incidere sull’agenda politica regionale, facendo pesare questi temi anche con pochi consiglieri eletti. E soprattutto, la capacità di parlare a quella maggioranza silenziosa che il 25 novembre, come sottolineato da Ferella, “conterà la medaglie e le lamentele, ma deve aver fatto la sua parte andando a votare”.
Questo incontro ha mostrato una sinistra che prova a ripartire dal territorio e dai contenuti, rifiutando scorciatoie populiste o personalismi. Un approccio apprezzabile ma che, in una regione complessa come la Campania, deve ancora dimostrare di saper trasformare la coerenza programmatica in consenso elettorale diffuso.
La vera sfida sarà dimostrare che si può fare politica “tenendo le mani pulite” senza restare marginali. Il verdetto, come sempre, è nelle mani degli elettori.
