Storia di un giovane rimasto al Sud. Luca: “Il Salento offre diverse possibilità”
Apro la mia inchiesta sui giovani che decidono di restare al Sud con un dialogo tratto dal film “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana
“Lei ha una qualche ambizione?
Ma… Non…
E Allora vada via… Se ne vada dall’Italia. Lasci l’Italia finché è in tempo. Cosa vuole fare, il chirurgo?
Non lo so, non ho ancora deciso…
Qualsiasi cosa decida, vada a studiare a Londra, a Parigi… Vada in America, se ha le possibilità, ma lasci questo Paese. L’Italia è un Paese da distruggere: un posto bello e inutile, destinato a morire.
Cioè, secondo lei tra poco ci sarà un’apocalisse?
E magari ci fosse, almeno saremmo tutti costretti a ricostruire… Invece qui rimane tutto immobile, uguale, in mano ai dinosauri. Dia retta, vada via…
E lei, allora, professore, perché rimane?
Come perché?!? Mio caro, io sono uno dei dinosauri da distruggere!”
Emblematico vero? Giordana non poteva meglio descrivere una conversazione che ritorna quasi come un mantra, positivo, forse, nelle intenzioni di colui che invita il giovane ad andare oltre i confini del proprio Paese a cercar fortuna, negativo per l’intera società che si vede depauperata di risorse umane.
Eppure il Sud Italia è una terra ricca di storia, cultura, arte e soprattutto natura. Luoghi da fiaba dove si scorge all’orizzonte il mare che abbraccia le montagne, terre pianeggianti che con i loro colori e profumi intensi avvolgono piccoli specchi d’acqua. Chiese e monumenti che fanno rivivere il passato attraverso i bellissimi affreschi e mosaici pavimentali.
Allora, perché volare via dal proprio nido? Tutto il patrimonio del Sud può essere usato – non sfruttato – in modo ecosostenibile dai giovani offrendosi e offrendo diverse possibilità di sviluppo in senso personale e collettivo, sul piano professionale ed economico.
Mille e una storia di ragazzi che raccontano di come il meridione faccia parte della propria persona, una sorta di fusione spirituale e corporale con la terra di origine.
Oggi vi racconto la storia di Luca De Benedetto. Un giovane nato a Maglie, in provincia di Lecce, nella terra barocca del Salento, 33 anni fa. Ha conseguito una laurea in Economia del Turismo
Luca mi accoglie in un’ampia e luminosa sala che si apre sulla splendida vista del Castello Aragonese. Luca è titolare di un’agenzia di consulenza assicurativa ed energetica e di una struttura ricettiva paralberghiera, ossia, di un Bed&breakfast gestita in modalità imprenditoriale. Luca ha scelto di non migrare al Nord per lavorare ed è rimasto al sud per realizzare il suo sogno, quello di diventare un imprenditore turistico.
Per quale motivo hai scelto di rimanere?
Mi ha spinto a rimanere un amore viscerale per il mio paese, Otranto, il legame forte con la mia famiglia, e la vita poco frenetica che qui si conduce. Tra equilibrio mentale e possibilità di fare carriera a livelli più alti ho scelto la prima.
Hai mai pensato di mollare tutto e andare via?
Ho pensato di andare via e ci penso ancora, ma solo in posti che possano garantirmi la serenità e la stabilità emotiva. Penso che i soldi siano necessari ma non sono tutto nella vita. Lavoro per vivere e non vivo per lavorare.
In base alla tua esperienza che idea ti sei fatta? Conviene restare nel paese di origine?
Dipende dal paese e da cosa una persona cerca, non esiste una risposta universale per questa domanda. Ritengo la risposta molto soggettiva e condizionata da diversi fattori per rispondere in modo preciso. Ogni persona esprimerà la propria idea in base al proprio vissuto, alla personale esperienza lavorativa.
Ti ringrazio Luca per la tua disponibilità.
Grazie a te, Francesca
Mi congedo dal giovane imprenditore con animo pieno di speranza, i ragazzi portano nel cuore il Sud. Mi auguro che questa terra possa restituire loro se non di più almeno il pari di quanto hanno investito o intendono investire per il proprio futuro e quello della comunità.
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