di Carlo di Stanislao

“La politica è l’arte di apparire seri mentre si recita una commedia.” — Oscar Wilde (con un pizzico di veleno)

Un tempo la politica aveva almeno la scusa della serietà. Oggi è un cabaret triste, con protagonisti che sembrano più attori in cerca di copione che rappresentanti del popolo. Non si entra più in politica per cambiare le cose, ma per guadagnare qualche secondo di celebrità in tv. È la scorciatoia più comoda per chi vuole diventare star senza passare da casting, talent o scuole di recitazione.

Guarda i modelli oltreoceano: Reagan, un attore diventato presidente, sembrava un’eccezione. Schwarzenegger, culturista e divo d’azione, è riuscito a governare la California ma soprattutto a fare un salto di carriera degno di Hollywood. E Zelensky? Comico da fiction diventato eroe di guerra, la vera star di uno show che dura da troppo tempo. Sono modelli da copertina.

In Italia, invece, la politica è diventata un fast food mediatico, un passaggio obbligato per sbarcare in tv. Luciano Violante, una vita a spaccare il capello in quattro in Parlamento, oggi si esibisce in pomeriggi Rai a spiegare la Costituzione come se fosse una telenovela. “Sono refrattario alla tv” dice lui. Si vede.

E poi c’è Franceschini, ex ministro della Cultura, che sogna di fare televisione “alla Arbore” – perché niente attira più l’attenzione del pubblico di un politico che canta e fa il buffone. Walter Veltroni? Ha provato a farsi spazio in tv, ma gli spettatori lo hanno mandato a quel paese. La gente preferisce i reality, le soap, gli show scandalistici – non i predicozzi di un ex segretario Pd.

Ma il vero capolavoro è Elly Schlein, giovane promessa politica con un curriculum da regista che è un autentico bluff. Ha fatto la segretaria di produzione in un documentario sugli immigrati albanesi, Anija – La nave. Il film ha vinto un premio, ma lei? Nessun film diretto, nessun ciak, solo l’illusione di chi pensa che basti la parola “regia” per scalare la classifica dei personaggi più interessanti. Per ora, è la versione politica della star in cerca di un copione che non arriva mai.

Morale? Oggi la politica italiana è un palco di seconda categoria dove si recita una commedia che fa ridere, ma solo per disperazione. Gli ideali? Fossili sepolti sotto montagne di selfie, hashtag e talk show pomeridiani. Il Parlamento? Un camerino dove si provano le maschere per il prossimo reality. E la Costituzione? Solo un copione dimenticato tra un’intervista e l’altra.

Benvenuti nell’era in cui fare politica significa solo fare televisione. Se sei fortunato, magari ti becchi un ruolo da comparsa in un film – giusto per non perdere l’abitudine a recitare. Il grande spettacolo va avanti, e noi siamo lì, spettatori involontari di una tragedia in quattro atti senza applausi.

 

pH Pixabay senza royalty

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