Di Monika Anna Perka 

L’immagine di una fontana antica, con l’acqua che sgorga incessantemente da doccioni scolpiti, suggerisce una metafora potente per il flusso ininterrotto delle culture e, per estensione, dei sistemi giuridici e delle strutture sociali. Nel dibattito contemporaneo, la dicotomia tra “Oriente” e “Occidente” persiste, sebbene con crescente consapevolezza della sua intrinseca complessità e delle sue limitazioni analitiche. Questo articolo intende esplorare tale rapporto da una prospettiva giuridico-sociale, analizzando come le diverse concezioni di diritto, giustizia e organizzazione comunitaria abbiano plasmato e continuino a plasmare le interazioni globali.
La Costruzione della Dicotomia e le Sue Implicazioni Giuridiche
La categorizzazione di “Oriente” e “Occidente” è, in larga misura, una costruzione storica e culturale, spesso eurocentrica, che ha influenzato profondamente la percezione reciproca e le relazioni internazionali. Dal punto di vista giuridico, questa distinzione si è manifestata in diverse tradizioni legali: l’Occidente è stato storicamente associato ai sistemi di Common Law e Civil Law, radicate rispettivamente nel diritto anglosassone e nel diritto romano-germanico, con un’enfasi sulla codificazione, sulla giurisprudenza e sui diritti individuali. L’Oriente, invece, presenta una pluralità di sistemi, spesso influenzati da tradizioni religiose (come la Sharia islamica, il diritto indù o le filosofie confuciane) o da consuetudini locali, dove il diritto può essere percepito meno come un insieme di norme astratte e più come parte integrante di un ordine morale o sociale più ampio.
Le implicazioni di queste differenze non sono meramente accademiche. Esse si riflettono nelle discussioni sui diritti umani universali, sulla governance internazionale, sulla cooperazione economica e sulla risoluzione dei conflitti. Ad esempio, il dibattito sull’universalità dei diritti umani si scontra talvolta con argomentazioni legate al relativismo culturale, che sostengono la necessità di interpretare tali diritti alla luce delle specificità culturali e sociali di determinate regioni orientali. Questo non implica necessariamente un rifiuto dei principi fondamentali, ma piuttosto una richiesta di maggiore sensibilità contestuale nell’applicazione e nell’implementazione.
Intersezioni e Sfide nella Società Globale
La globalizzazione ha intensificato le intersezioni tra queste diverse tradizioni. Il commercio internazionale, i flussi migratori, la diffusione delle tecnologie digitali e la crescente interdipendenza economica hanno reso obsolete le rigide separazioni. I sistemi giuridici si trovano sempre più a confrontarsi con la necessità di dialogare e, talvolta, di armonizzarsi. Esempi includono l’adozione di standard internazionali in materia di diritto commerciale, la cooperazione giudiziaria transnazionale e lo sviluppo di un diritto internazionale dei diritti umani che cerca di superare le divisioni culturali.
Tuttavia, queste intersezioni non sono prive di sfide. Le tensioni possono emergere quando le norme giuridiche occidentali, percepite come universali, si scontrano con pratiche sociali o principi giuridici radicati in contesti orientali. Ciò richiede un approccio più sfumato al diritto comparato e alle relazioni internazionali, che vada oltre la mera comparazione delle norme per comprendere le filosofie sottostanti, i valori sociali e le dinamiche di potere che le informano.
Verso un Dialogo Giuridico-Sociale Inclusivo
La metafora della fontana, con i suoi flussi distinti che convergono in un unico bacino, suggerisce la possibilità di un dialogo costruttivo. In un’epoca di crescente interconnessione, la sfida per il campo giuridico-sociale non è più quella di definire confini rigidi tra Oriente e Occidente, ma piuttosto di facilitare un dialogo inclusivo che riconosca la pluralità delle esperienze umane e delle tradizioni giuridiche.
Ciò implica:
Approfondire la comprensione reciproca: superare gli stereotipi e le semplificazioni, studiando a fondo i sistemi giuridici e le strutture sociali altrui nel loro contesto storico e culturale.
Promuovere il diritto comparato critico: analizzare non solo le somiglianze e le differenze formali delle norme, ma anche le loro funzioni sociali, le loro giustificazioni etiche e le loro implicazioni pratiche.
Sviluppare meccanismi di cooperazione giuridica: creare piattaforme per lo scambio di esperienze e la risoluzione congiunta di problemi globali, riconoscendo la legittimità di approcci diversi.
Riconoscere la pluralità giuridica: accettare che, in un mondo globalizzato, possano coesistere diverse fonti e interpretazioni del diritto, e che la giustizia possa assumere forme molteplici.

Il rapporto tra Oriente e Occidente, lungi dall’essere una dicotomia statica, è un campo dinamico di interazione e trasformazione. Attraverso lo studio del diritto e lo studioso sociale, la comprensione di queste dinamiche è cruciale per affrontare le sfide contemporanee e costruire un ordine globale più equo e inclusivo, dove il flusso delle norme e delle società possa arricchirsi reciprocamente, proprio come l’acqua di una fontana alimenta la vita.

 

pH Monika Anna Perka

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