di Carlo di Stanislao

“La politica è l’arte del possibile; il politicante è l’uomo del contingente.” — Gustave Le Bon

Marginalizzata sul palco internazionale

Il recente vertice NATO all’Aia avrebbe dovuto rappresentare un’opportunità per l’Italia di riaffermare la propria posizione strategica all’interno dell’Alleanza Atlantica. Tuttavia, secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, l’Italia è stata relegata ai margini delle discussioni cruciali. La premier Giorgia Meloni ha cercato di dipingere un quadro positivo, enfatizzando incontri bilaterali e dichiarazioni di intenti, ma senza risultati concreti che potessero giustificare un trionfalismo.

Italia spettatrice, non protagonista

Fonti italiane, come ANSA, hanno descritto l’Italia come “spettatrice” al vertice, senza una propria agenda autonoma. La stampa internazionale ha sottolineato la mancanza di una proposta italiana incisiva. Testate come “The Guardian” e “Politico” hanno evidenziato come l’Italia non sia riuscita a emergere come interlocutore determinante, limitandosi a ratificare posizioni già emerse da altri partner più influenti.

I successi blindati al portafoglio

Uno dei pochi temi su cui Meloni ha insistito è stato l’aumento della spesa militare al 5% del PIL. Tuttavia, questa posizione appare più un esercizio di propaganda interna che un piano di politica estera strutturato. Limitare la spesa militare come uno strumento per sostenere lobby industriali nazionali rischia di essere una mossa miope, incapace di integrare l’Italia in una strategia europea coordinata e incisiva.

Trionfi mediatici, nulla di reale

La conferenza stampa post-vertice di Meloni ha puntato molto sulla narrazione mediatica: dialoghi con personalità di rilievo come Donald Trump, la difesa dell’Europa e la sicurezza collettiva sono stati ripetuti come mantra. Ma dietro questo racconto si nasconde il fatto che l’Italia non abbia raggiunto risultati concreti o innovativi che possano giustificare tanto entusiasmo.

Conclusione

Alla luce di quanto emerso, Giorgia Meloni sembra confermare la sua natura di politicante più che di politica nel senso più alto e responsabile del termine. La capacità di utilizzare i media e il momento per rafforzare la propria immagine non può sostituire una strategia politica coerente e lungimirante. L’Italia esce dal vertice NATO dell’Aia senza una visione chiara, relegata a ruolo di comparsa, mentre si celebra una “vittoria” che appare soltanto un espediente comunicativo.

 

pH Wikipedia

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