Ieri a Napoli un lungo corteo organizzato dall’Associazione Libera ha percorso in modo silenzioso via Toledo per poi arrivare a Piazza Plebiscito. A capo c’era Don Luigi Ciotti insieme ad oltre 250 familiari di vittime innocenti delle mafie e della criminalità.
Un corteo per gridare forte il diritto alla verità per oltre l’ottanta percento delle storie che ancora oggi non la conosce, oppure solo in parte. Tante le storie dove si conoscono gli esecutori ma non i mandanti.
La memoria è scomoda perché dietro la verità spesso inevitabilmente ci sono anche le complicità.
Anche una rappresentanza del Coordinamento Provinciale di Libera Benevento a marciare a Napoli, per gridare forte ancora una volta il nome di Esther Johnson, all’indomani dell’anniversario della sua uccisione avvenuta a Benevento nel Giugno del 2016, come è stato ricordato nella manifestazione del 14 Giugno vissuta nel capoluogo sannita. Con gli attivisti di Libera Benevento anche il segretario provinciale della Cgil Luciano Valle.
Una storia quella di Esther che grida forte una fame di verità e giustizia.
A Napoli con il coordinamento di Benevento c’era anche Antonio Iermano, figlio di Aldo Iermano, Claudia Vaccarella figlia del carabiniere Vittorio Vaccarella – Carabiniere di Ponte ucciso in Piemonte nel 1970, Francesco Marra, nipote di Don Carlo Lombardi, sacerdote assassinato a Benevento nel 1982. Una presenza viva, forte, anche in rappresentanza dei familiari che non hanno potuto esserci.
ESSERE IN PIAZZA PERCHÉ LA VERITÀ E UN DIRITTO
“ Perché ci sono verità che camminano per le nostre strade”. Tanti sanno, ma preferiscono far finta di nulla,girandosi dall’altra parte alimentando l’oblio dell’ingiustizia.
Insieme ai familiari delle vittime innocenti delle mafie e delle criminalità, è stato consegnato un documento al Sig. Prefetto di Napoli, perché lo recapitasse alla Presidenza del Consiglio, affinché il diritto alla verità venga sancito nella Carta Costituzionale della Repubblica Italiana.
Ci sono troppe verità negate nel nostro Paese che riguardano famiglie e stragi dove l’ombra continua a vincere sulla luce.
NON È PIÙ ACCETTABILE che complicità, interessi economici, politici, di lobby e massonerie continuano a negare il diritto alla VERITÀ
Ci siamo stati anche per Esther Jhonson, il giorno dopo il suo anniversario. Perchè anche Esther è una di quelle storie che grida una forte fame di verità e sete di giustizia.
Così come il sacrificio di Angelo Mario Biscardi, Assessore all’Urbanistica e vice sindaco del Comune di Sant’Agata de’Goti barbaramente assassinato nell’ottobre del 1985. Non si giró dall’altra parte difronte alle connivenze tra camorra, imprenditoria e politica nella gestione dei fondi pubblici della ricostruzione post terremoto del 1980. Un grosso business per la camorra che riuscì a fare quello comunemente chiamato “salto di qualità” diventando impresa e maggiormente organizzata. Una storia quella di Biscardi che necessita ancora di tanta verità, dai tanti contorni ancora molto opachi, tra cui forse anche un’eccessiva fretta processuale. Ma di certo si può affermare che il primo killer che lo uccise si chiamava “solitudine”. Una storia comune a tante altre che si sono caratterizzate dalla solitudine per scoprire tante altre verità. Come quella di Delcogliano e Iermano, quando l’Assessore Regionale venne lasciato solo nella battaglia per provare a sradicare tutto il malaffare nella gestione dei fondi pubblici destinati alla formazione professionale.
Oltre agli intrecci tra brigate rosse e camorra non solo nel delitto Delcogliano ma anche nel sequestro e poi liberazione dell’assessore regionale Cirillo. Anche la storia di Don Carlo Lombardi, probabilmente sconta una frettolosità processuale, lasciando inesplorate altre piste e moventi.Non sempre le verità giudiziarie riescono a far luce su contesti, cause e moventi. Ci sono storie, dove non è sufficiente individuare solo l’esecutore, ma necessitano di letture molto più ampie.
Bisogna rompere il muro del silenzio dare voci a quelle verità nascoste nei vicoli e nelle strade. Forse avremmo bisogno di qualche “ pentito di Stato” rappresentanti delle Istituzioni che facciano luce, una volta per sempre, sui tanti intrecci che hanno avvolto e continuano ad immobilizzare civicamente il nostro Paese ed i nostri territori.
Continueremo la nostra battaglia nelle piazze, nelle strade, nelle aule deputate, affinché la luce vinca sul buio e che il diritto alla verità venga Costituzionalmente riconosciuto.
