Di Paola Francesca Moretti caporedattore alla cronaca e attualità
In America, crediamo nella pace attraverso la forza, ed è quello che avremo. Ascoltando i discorsi di Trump mi sono fatta un’idea di lui come persona che oserei definire la contraddizione vivente, una sorta di re degli ossimori. Le intenzioni del neopresidente sono chiare, vuole porre fine a ogni guerra, ma come? Con l’uso della forza? Perché dalla sua affermazione pare evidente che, da americano, crede nella pace che otterrà con atti di forza.
In barba ai diritti umani, Trump ha firmato un ordine esecutivo che reintroduce la pena capitale a livello federale negli Stati Uniti e che manda a farsi friggere la sospensione prevista durante l’amministrazione Biden. Cosa prevede tale ordine? La pena di morte può essere richiesta nei casi di uccisione di agenti delle forze dell’ordine e per reati gravi commessi da soggetti presenti illegalmente nel Paese. Inoltre, il neopresidente ha adottato il pugno di ferro nei confronti dei poveri migranti, aggettivandoli in modo poco carino e ordinando rimpatri forzati nei territori dell’America Centrale e del Messico.
Quello che mi ha fatto accostare Trump alla figura del re degli ossimori è stata la sua partecipazione alla funzione religiosa presso la National Cathedral subito dopo aver firmato una caterva di executive order, ovvero provvedimenti con immediata efficacia. Seduto in prima fila, il magnate – termine meno cult dell’americano tycoon – ascoltava il sermone della pastora Budde, la quale – non nascondo il mio compiacimento – non si è fatto alcuno scrupolo a bacchettarlo per bene in pubblico: “Lasciate che faccia un ultimo appello, signor presidente. Milioni di persone hanno riposto la loro fiducia in lei. E come ha detto alla nazione ieri, ha sentito la mano provvidenziale di un Dio amorevole. Nel nome di quel Dio, le chiedo di avere misericordia per le persone nel nostro Paese, che ora sono spaventate”.
Budde, inoltre, ha voluto mettere in luce la paura avvertita dalla comunità LGBTQ+, persone che temono per la propria vita, evidentemente non si sentono per niente tutelate dalle leggi governative attualmente in vigore. Allora rifletto sull’incoerenza linguistico-comportamentale di Trump, è logico presentarsi in chiesa, sentirsi partecipi di una comunità che medita sui valori cristiani di perdono, accoglienza, rispetto dell’altro come fratello e poi emanare provvedimenti di rimpatrio coercitivo nei confronti di individui disperati? Ancor peggio il ripristino della pena capitale che, a mio avviso, è la manifestazione eclatante di un atto spietato, disumano, ignobile e contrario alla vita.