In piena emergenza idrica, con una disastrosa gestione dell’Ente distrettuale, reti colabrodo e contaminazione della falda, certamente non può passare sotto silenzio la dura nota trasmessa dalla Regione nell’ambito della procedura di valutazione di impatto ambientale del campo da golf.
Mentre Comune di Benevento e Provincia non hanno avuto alcuna osservazione da formulare, negli 11 articolati rilievi tecnici della Regione, che prevalentemente si riferiscono all’approvvigionamento idrico e alla tutela di suolo e verde, emerge un dato politico, la tendenza a svendere il territorio.
Benevento è la Città che annovera una quantità di centri commerciali decisamente sproporzionata rispetto agli abitanti, che liquida con un’alzata di spalle la continua cementificazione e lo sperpero di fondi per interventi inutili, dove l’economia ristagna ma la qualità dell’aria riesce ad essere peggiore di una zona altamente industrializzata.
Nessuno può dirsi contrario ad un investimento che possa realmente portare vantaggi alla Città, tuttavia quando siamo al cospetto di interventi fortemente impattanti è necessario il massimo rigore che, dalla lettura dei documenti, non sembra aver contraddistinto le amministrazioni mastelliane comunali e provinciali.
Serve poco battersi il petto per la siccità o cercare ossessivamente qualcuno a cui addossare la responsabilità, che siano quelli di prima, gli ambientalisti, i comitati, i vicini del Molise o gli autori delle fake news.
Dinanzi alle laconiche note trasmesse da Comune e Provincia, ancora una volta, come nei mesi scorsi, è la Regione a passare al setaccio il progetto e la documentazione allegata.
Viene evidenziata l’impossibilità ad identificare le fonti di approvvigionamento della enorme quantità di acqua necessaria: dalle ortofoto messe a disposizione non si rinvengono le vasche di contenimento di acque piovane, né i 17 pozzi freatici ed artesiani, che si intende utilizzare come risorse idriche per l’irrigazione del campo da golf. Neppure viene specificato con quale processo si effettuerà la depurazione delle acque reflue che si intendono utilizzare per l’irrigazione. La Regione sottolinea l’incongruenza presente nel progetto rispetto al consumo di acqua: se da un lato si dichiara che i metri cubi, ben 80.000, saranno prelevati dai pozzi esistenti e dall’emungimento del Vallone delle Cornacchie, in altro passaggio si fa riferimento invece, rispetto a tali fonti, ad “una piccola parte delle acque che serviranno all’irrigazione dei campi da golf”.
Diverse sono anche le osservazioni e le richieste di integrazione riferibili all’impatto sul terreno e alla salvaguardia delle essenze arboree, ai rischi di contaminazione della falda, al tipo di pesticidi e diserbanti che saranno utilizzati – rispetto ai quali ci si chiede anche se sia stato recepito l’emendamento votato, dimenticato, ri-votato in consiglio comunale.
È possibile che su un progetto così importante, per il quale è stato previsto anche il canale privilegiato del pubblico interesse, Comune e Provincia si mostrino così poco accorti e distratti?
Nell’attesa di conoscere gli sviluppi della procedura avviata, ci auguriamo che le sollecitazioni della Regione portino ad una maggiore attenzione, quando in gioco ci sono le risorse, già scarse, del nostro fragile territorio.
I consiglieri comunali Giovanna Megna e Francesco Farese

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