A mente fredda quello originale”rubrica ideata e curata da Daniele Piro 

Oggi devio un po’ fuori dal solito percorso di commento del match in quanto per motivi familiari non ho potuto vedere la partita live; l’ho rivista nel silenzio notturno al rientro a casa ma mi rendo conto che commentare una partita di cui si conosce già il risultato non produce le stesse sensazioni ed emozioni che guardarla in diretta e pertanto anche il giudizio scritto può essere influenzato. Mi sono soffermato ed ho ascoltato per intero invece l’intervista o meglio l’intervento del Presidente di quasi un quarto d’ora ai microfoni di Ottochannel e voglio su questo esprimere il mio personalissimo e come sempre opinabile pensiero.
Sinceramente….e per l’ennesima volta a scanso di ogni equivoco mi sento di dire solo una parolina di 6 lettere: GRAZIE volutamente scritto in maiuscolo.

Attenzione, questo non è un articolo al miele o di “lecchinaggio” nei confronti del Presidente, non mi paga, ne ambisco a ruoli professionali nelle sue redazioni giornalistiche o televisive. Semplicemente mi piace come sempre ascoltare quello che dice e prendere spunto dalle sue esternazioni per provare a commentarle.
Ringraziare una tifoseria per i 4601 abbonamenti promettendo una maglia al 4601esimo abbonato perché “i primi sono abituati a vincere” ma lui “vuole premiare gli ultimi” è sicuramente la prima chicca dell’intervista.

“Guardare lo sport con gli occhi sorridenti” è stata la prima delle tanti frasi che mi ha colpito. Mi chiedo ma quali e quanti Presidenti oggi sorridono perché vedono nello sport, nel calcio un mezzo veicolare per coinvolgere e far appassionare soprattutto i più giovani?. Ormai i più pensano solo al business, a “fare soldi”, salvo poi mollare la barca o cedere la Società non appena le cose vanno male. A Benevento c’è un omino (fisicamente parlando) che invece è un “omone” per quanto ha dato lustro alla città facendo calcio, che ha sempre messo al primo posto parole come giovani, passione, coinvolgimento ecc.
Ho apprezzato tantissimo le parole e la similitudine con la parabola del figliol prodigo sulla vicenda Acampora. “Un ragazzo , un figlio tornato all’ovile per il quale non c’è stato bisogno di fare feste ed ammazzare capretti” -parole sue -, ma soltanto avere la percezione che il colloquio estivo aveva prodotto sensazioni positive nel “buon padre di famiglia”, al punto da reintegrare il calciatore e convincerlo a sposare il nuovo progetto”. Già il progetto, altro tasto toccato dal Presidente.

“Vogliamo tornare in alto con un progetto giovane che non significa solo con i giovani ma con uno spirito societario giovane dove giovane non è solo un aggettivo da abbinare all’età anagrafica ma è inteso come ripartenza nel fare qualcosa di nuovo con gli uomini giusti”. Ed in questo contesto anche il voler far capire in maniera pacata ma decisa che ognuno deve avere e fare il proprio ruolo senza sconfinare affinchè la macchina possa viaggiare senza intoppi, è stato un gran bel passaggio soprattutto in merito a mister Auteri: “Il Presidente deve essere bravo a controllare che ognuno faccia ciò per cui è stato chiamato in Società, l’allenatore deve fare l’allenatore senza voler fare altro”. A tal proposito, riferendosi sempre al mister di Floridia, mi è piaciuto molto l’esempio fatto con il percorso del sole che nasce, arriva a mezzogiorno con la calura opprimente e poi tramonta, per poi tornare ad albeggiare il giorno successivo. Un modo per far capire che il tecnico ha avuto sicuramente un passato vincente in cui il sole era perennemente sul mezzogiorno, ma anche un tramonto perché “lo abbiamo richiamato che non allenava dopo tante panchine fatte” per dargli la possibilità di ripartire e di rivedere l’alba. A proposito di questo, sottolineo anche il passaggio sulla saggezza dei vecchietti dei quali c’è sempre bisogno proprio perché portano il valore aggiunto delle tante esperienze vissute ed anche di alcuni errori commessi . Simpatico il passaggio in cui ha menzionato che la sommatoria degli anni di Nunziante e Perlingieri siano meno della metà dei suoi anni e che per arrivare alla sua età ci vorrebbero oggi quattro calciatori in rosa, mentre un tempo ne bastavano due o tre”.

Con il suo solito sorriso sornione ha evidenziato come vi sia un paradosso che del progetto di “Società Giovane” facciano parte due vecchietti come lui ed Auteri.“Einstein diceva che se a 70 anni la pensi come a 20 hai perso 50 anni di vita”. Altro step che mi ha colpito parecchio che racchiude la grande verità e nello stesso tempo umiltà di chi è sempre pronto ad innovare, rinnovare e ripartire con nuove energie, (non solo eoliche) memore anche di qualche errore commesso.

Ha anche fatto intendere che bisogna sicuramente affidarsi ai giovani che hanno dalla loro la voglia di mettersi in mostra e fame, ma non del tutto perché a chi gli diceva che “doveva prendere i giovani che avevano fame di accrescere il proprio portafoglio” preferisce avere un occhio di riguardo verso chi “ha il portafoglio pieno ma non pienissimo come può essere quello di un giocatore di Serie C” che cerca il modo di amministrare al meglio il patrimonio. Per concludere questo breve commento la ciliegina sulla torta è stata sicuramente quando ha dichiarato che vuole battere ogni record di longevità presidenziale e che pertanto “amma suppurtà ancora per 20 o 30 anni “ soprattutto rimarcando il fatto di voler tornare a competere in altri palcoscenici molto più ambiziosi, ma arrivandoci gradatamente, ricordando che il suo fiore all’occhiello e quello del mai dimenticato Ciro, è stato sempre avere un attenzione quasi maniacale verso il settore giovanile. Sul finire dell’intervista però ha commesso un piccolo errore quando ha dichiarato che “anche un Presidente con qualche anno in più può risultare un po’ simpatico”. None Presidè, lei è sempre tutto simpatico a360 gradi, at’ che sul nu poc’!

Tralascio il commento di un match dominato fin dalle prime battute che poi era quello che si chiedeva a questa squadra, ovvero entrare in campo concentrata e determinata e provare subito a fare la partita piuttosto che sonnecchiare o svegliarsi solo dopo essere stata presa a pallonate. Quando gli approcci sono positivi non si è poi costretti a rincorrere con alterni risultati (vedi Catania domenica scorsa).
Un ultimo pensiero personale: siamo tifosi e come tali siamo tutti un po’ umorali; spesso ci si becca sui social per idee contrapposte, si creano le fazioni fra guelfi e ghibellini; ci sono i pacati e gli estremisti pro o contro questo o quel calciatore o pro o contro la Società. Nessuno ha la verità fra le mani, di sicuro si sa che quando si vince le lodi si sprecano e quando si perde si vorrebbe sul patibolo chi magari solo la settimana prima era un Padreterno. Una cosa però non l’ho mai capita, ovvero quale debba essere il parametro per definire una critica “costruttiva”. Se una partita va male e si commenta, analizza, discute su QUELLA determinata partita evidenziando errori o prestazioni poco brillanti di calciatori, scelte errate del mister, approcci errati al match, in che modo bisogna scriverlo affinchè non si venga bacchettati di essere dei criticoni seriali dal solone di turno che chiede che si faccia una critica costruttiva?

Se qualcuno me lo spiega accumenc’ bbuon’ a settiman’.

Scugnizzo 69

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